Ti lasciai un dì di Dicembre in un solitario viaggio verso il Nord, dimenticato da tutti senza che alcuno sapesse. Avvolto in quella nebbia di solitudine senza provare dolore.
Ti lasciai pensando che mai mi avresti più abbracciato, più amato, che saresti rimasta distante ed indifferente. Oggi mi ami, mi cerchi, mi apprezzi, mi aduli e mi spaventi. Mi spaventano quei tuoi figli che oggi si vestono del mio orgoglio, che mi guardano come eroe, che si dicono agli altri di essere miei antichi fratelli.
Quando torno da te mi salutano, mi abbracciano, mi cercano, mi guardano estasiati, vogliono la mia parola, la mia compagnia. Come è meschino ciò, quanto è triste ciò, essere amato oggi quando potevo essere amato ieri, quando ieri davo a te più di quanto mai ti avessero dato altri . Vendevo quel poco del mio sapere, della mia curiosità, del mio ricercare a neanche un soldo, e tu mi snobbavi, mi deridevi.
Come è strana la vita, come è strano il tuo amore di terra, di madre. Oggi ti penso con malinconia, eppure dovrei odiarti per il male che hai lasciato che i tuoi figli mi facessero, perché anche io ero e sono tuo figlio. Fa nulla mia Gioia, fa nulla perché tu sei la mia madre terra, tu sei quella terra bella e profumata come le rose che come le rose pungi. Ma, non tornerò più da te, ti amo ancora come ti amai un tempo ma non verrò più tra le tue braccia e forse un giorno proseguirò quel viaggio verso Nord che di certo sarà in compagnia.
Alexander Louis Woking