Ero ancora fissato su quello che avevo visto che quasi sbattevo contro una bestia, sì un bestione che mi correva incontro senza guardare affatto dove mettesse le zampe; sembrava uno struzzo, molto grosso, ma al posto del lungo collo e la piccola testa aveva delle lunghe orecchie pendenti attaccate a un cranio pelato, come due bande di capelli. Niente bocca, niente naso o qualcosa che gli assomigliasse.
Mi scansai quasi all’ultimo secondo, altrimenti mi avrebbe travolto.
Il cuore mi batteva all’impazzata e mi misi un attimo a sedere.
Sapevo di essere sempre lungo la mia corsia, ma lo spettacolo intorno era talmente verosimile che mi sembrò di essere seduto su un grande masso, circondato da una bella radura di bosco. Un bosco di faggio.
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