Credevo di essere in salvo.
Alla fine della corsia fui catapultato fuori. Luci abbaglianti impedivano di vedere.
Ed eccomi davanti alla seconda porta, quella di corno alla quale credevo di aver rinunciato.
Sulla porta un cartello.
-Lo hai scritto per me?
-No, non credo proprio.
-Eppure me lo sono sentito addosso.
-L’ho scritto ma non ti ho pensato.
-Ma tu mi ami?
-Senza di te non esisterei; forse per questo ti amo.
-Ma se io non esisto nei tuoi pensieri, come farai a scrivere per me?
-Non credo di scrivere per te, proprio per te, sei tu che dopo mi scegli.
-Dici?
-Penso. Alcuni ne amano svariati, altri pochi, altri per niente. Come lo spieghi se non attraverso una scelta?
-Empatica?
-Può darsi.
-Mai io mi sono riconosciuto o forse volevo credere che io fossi stato il tuo modello…
-Non indagare altro.
Avevo appena terminato di leggere le ultime sillabe che la porta si aprì.
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