Vecchio re
voglio respirare il profumo del tuo giardino
Vecchio re
Lascia il tuo trono ai servi dei paesi delle nebbie
Sicuri incatenati nelle menti
I pensieri fermi da sempre
Sembrano immagini senza senso
mentre un fiore si chiama così
Nato dal nulla
Senza il suono delle trombe
i muri sono caduti già
Impazziti gli angeli
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Vecchio re (I più votati di Prosa e Poesia)
Il Re di Maggio (03)
Probabilmente mi sto lasciando influenzare da quella band di esoterici psichedelici. Raccontano un sacco di cose strane, che volente o nolente, ti rimangono in testa a modi fastidio, come quando una zanzara ti ronza intorno e non riesci ad acchiapparla. Ignorando quale sia il problema maggiore, il ronzio o il fatto che non riesci a prenderla. Cercare di risolvere i nostri tormenti, alle volte, può essere peggiore del fatto stesso, perché ci rendiamo conto delle nostre limitatezze. Basta con tutti questi pensieri, voglio entrare e non pensare. All’ingresso, trovo la guardarobiera, consegno l’abito volentieri, lei, mi stacca il tagliando e con la sua vocina da fatina mi consiglia di non perderlo, ricordandomi che: “Se non hai il numero non val niente”.
Il Re di Maggio (02)
L’entrata non costa nulla, ci vado volentieri, senza pensare al domani, l’oggi è stato più che sufficiente. Al guardaroba lasci il tuo abito esteriore, lo riavrai all’uscita, se ne avrai ancora memoria. Esternamente tutto sembra in ordine, non si direbbe sia un luogo esoterico, prestando un minimo di attenzione ad alcuni particolari, si possono riconoscere tutti i segni di un antico sapere. Contemplando costantemente ogni cosa da lontano, tutto può sembrare sinottico, in questo sta la convenienza. Sinceramente, non credo molto a tutte queste storie di maghi diavoli e altre dicerie, però m’incuriosiscono. In fondo per tutti noi esiste il grande sogno, la vita di molti si basa essenzialmente su questo. Se si potesse sognare di nostro volere, il tutto divenisse realtà, che mondo sarebbe. Purtroppo i pianeti sono due e ben distanti l’uno dall’altro.