Tu sei,
così come sei
senza rimedio.
Tu sei tu,
con te o no
senza rimedio.
Son forse pazza?
di sicuro una fata,
senza magia
dea cacciatrice
di inutili voli.
Io sono,
così come sono
tua,
senza rimedio.
Vorrei poter morire
non prima di averti abbracciato,
non prima di aver assaporato
il profumo della tua palle,
non prima di aver accarezzato il tuo viso
e nemmeno prima di averti dato un bacio.
Vorrei poter morire tra le tue braccia
con il cuore colmo d’emozione
Chissà quante volte l’hai desiderato
Ricordo il nostro primo incontro
il tuo volto scontroso e torvo,
sospetto e dal naso rostrato:
ricordo quando t’ho conosciuto.
In quella discoteca allogena
movevi con me dolce dama.
E noi, soli, muovevamo l’onor d’italiani amanti.
E fuori, da amici, parlavamo dell’amor tenuto.
E insolite sere avremmo trascorso
di prato parlando e similando su gradini
abbandonati al fiume di pensieri in corso.
Oggi ritorna il ricordo, mentre chiudo la valigia.
Poiché nulla s’abbandona in amicizia,
ma si cede, cercando di magliette
di maglietta smeralda ricordo il pegno
d’azzardo pagato a te: teco speravo che vincessi.
E tutta la poesia dei cipressi,
l’impegno dell’ape, del meriggio la pigrizia
forse mia varrà, Valé, nel cuore
il soleggiante albore, che da Nettuno mi colse