Il mio grido si è perso nel vento
e nulla rimane.
Altre vite scorrono
sotto i tetti della mia magione,
altre dita sfiorano
la fronte dei miei figli.
Il mio grido si è perso nel vento
e nulla rimane.
Altre vite scorrono
sotto i tetti della mia magione,
altre dita sfiorano
la fronte dei miei figli.
Piove il sole
su una pagina già scritta.
Risalterà ancora
il tuo respiro tra le righe?
Mi immersi nel mare dei suoi occhi.
Mi inabissai e temetti ma l’abbraccio tiepido dell’acqua cristallina che mi lambiva le spalle mi sospinse sempre più giù, serenamente.
Toccai il fondo, un fondo puro, vellutato, violetto e quello che si infiltrava tra le mie labbra non era sale, era ambrosia delle più soavi. Era strano che non mi facessero male gli occhi; il violetto, anzi, accarezzava lieve le mie pupille.
Vorrei che tu fossi l’acqua
che spegne l’urlo dei miei piedi stanchi
affannati
a cercare l’approdo
di cento strade di niente.