Uno scialle per riparare il tuo corpo dal freddo, occhiali per proteggerti gli occhi argentei, una sciarpa avvolta a turbante sui tuoi lisci capelli setosi.
E scompari.
Sommersa da orpelli e veli e pelli e marchi e misteri.
Sorrido fiera.
Con attenzione ho annientato il tuo splendore e ti accompagno parallela a binari ripieni di sabbia, sotto nuvole di fritture globali che disarmano i feromoni del tuo corpo perfetto.
Border Paradiso
Cespuglio
Buio.
Odore acre di disinfettante, buchi sulla pelle.
Dov’è finito quel coperchio della macchina da scrivere?
Lampi di passato felice, colori tenui rotolano nella stanza.
Non c’è più il divano marrone su cui ci addormentavamo abbracciati e soli.
Noi due e nessun altro.
Ti saltavo in spalla e ti baciavo il collo, prendevamo il furgone ed andavamo al parco a correre, a giocare, ci divertivamo come bimbi inseguendo qualunque cosa.
Fino a quel giorno, fino a quei nitriti isterici che mi terrorizzarono e allora non volli più saperne di quei prati,
ma tu non mi negasti mai un fazzoletto d’erba verde smagliante.
E io ti amavo.