Archivio per tag: L’amore Che Non Ho Avuto

Metempsicosis – L’Amore che non ho avuto (04)

Le foto della casa parevano uscite da quei quadretti familiari perfetti, costruzioni di senso utili e futili, vere e precarie, sognanti e irreali ma funzionali a una decente sopravvivenza.

Laura aveva amato Jack su quel letto e questo lo turbava; era come un adolescente in preda al primo amore, immaginava di raccontarle tutta la sua storia, il suo viaggiare tra una reincarnazione e l’altra, il suo nuotare nel magma quantistico, il suo capire il senso della vita. Ma la realtà ha sempre voce per parlare, la verità brucia e continua a farlo anche se la sotterriamo per millenni e Jack si rese presto conto che stava delirando e che mai nessuno avrebbe potuto capire ciò che stava vivendo. Neanche Laura, il suo amore.

Com’era buffa quella realtà! Innamorarsi per la prima volta durante una reincarnazione sa di beffa… Questo pensava Jack mentre le chiavi giravano nella porta. Laura entrò, vide Paul/Jack nudo in mezzo al salotto che guardava attentamente una foto di Paul e Laura in gommone e sempre più perplessa gli chiese se stesse bene e cosa ci facesse lì.

Paul/Jack sorrise impalato e poco spontaneo dicendo che era rimasto felicemente sorpreso dalle emozioni provate nel fare l’amore e che si chiedeva come mai non le avessero provate più da tanto tempo. Lei si avvicinò, lo sguardo intenso, quello sguardo che solo le donne sanno rivolgere quando finalmente sentono di aver conquistato l’uomo con cui stanno da tanto tempo. Le donne conoscono i posti in cui gli uomini vanno con la mente e hanno la meravigliosa capacità di saperli aspettare, ovunque vadano.

Lui ora era lì davanti a lei che in quel momento non sapeva di amare Jack.

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Metempsicosis – L’Amore che non ho avuto (03)

Perdersi è così semplice nella vita terrena, solo la morte lascia spazio alla speranza. Anche se pare paradossale, questo concetto aprì la mente di Jack che capì molto della propria esistenza che era sempre stata proiettata verso un’inesistente risposta. Solo l’accettazione di sé e del mondo rende liberi di star bene per quello che si può e che si è davvero.

L’affetto non è amore ma l’amore passa attraverso l’affetto e quando, per vari motivi, la nostra affettività è complessa o bloccata questo ne rende impossibile l’accesso, svuota di senso tutto ciò che viviamo e ci costringe a rifugiarci in patologiche alternative di pienezza.

Finirono di fare l’amore e nel silenzio pieno della stanza rimasero avviluppati per non perdere la scia di quel meraviglioso sentimento.

Jack capì che attingere al fiume dell’amore è possibile in ogni punto del suo letto ma comprese anche che la nostra destinazione di esseri umani è il mare, ove risiede l’assoluta e totalizzante sensazione di esservi imperniati in eterno.

Il caldo e il sudore si rinfrescarono all’intenso aumentare della brezza estiva, schiamazzi e chiacchiere di sottofondo giungevano dalla strada sottostante, il ritmo incessante di cicale enfatizzava la pienezza del momento e il profumo di piante di mare inebriava ancora di più il piacere provato, rimasto sulla bocca e nei pensieri come viaggio in un altro universo.

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Metempsicosis – L’Amore che non ho avuto (02)

Alzò lo sguardo; lei si stava alzando per sedersi sopra di lui e vide un corpo armonioso, le spalle delicate ed esili, un seno dalle linee perfette, un capezzolo di gioventù sana, un’anatomia che chiedeva tenerezza, protezione, ascolto, fusione.

Lunghi capelli neri le cascavano fino al petto come a stuzzicare un’anima pura; vi passò le mani tirando indietro la chioma lucida e ben tenuta. In questo movimento il seno risaltò, i suoi occhi scuri fissarono Jack con amore e lui ne rimase sconvolto.

Non credeva a ciò che stava provando: tutto era perfetto, caldo, esaustivo, tutto aveva un senso, i gesti, l’atmosfera, l’aria che respirava, non c’era incertezza, non c’era paura, non mancava niente e lento si abbandonò al sogno.

Jack aveva avuto due storie importanti nella propria vita ma quella che sicuramente aveva più inciso per la durata era quella con Sonia, una ragazza che lavorava negli uffici della ditta di famiglia; una donna giovane e insicura, senza personalità ma piena di amore e affetto materno per lui.

Lo adorava e ciò colmava gran parte delle inquietudini di Jack senza però mai farlo sentire appagato: vivevano un rapporto standard, routinario, senza bassi – ma anche senza alti – nella monotonia tipica di altre fasi della vita di coppia, non certo quella dei venticinque anni.

Con Sonia fare l’amore era meccanica scontata, canonica e quasi missionaria. Jack non aveva ancora preso il largo con le droghe e la dissolutezza ma certamente quel periodo non lo aiutò a trovare stimolo per altro. Le voleva bene ma non l’amava o almeno non se ne sentiva coinvolto né riusciva a proiettarsi verso il futuro.

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Metempsicosis – L’Amore che non ho avuto (01)

Jack cominciò a sentire una leggera brezza sui piedi. Avvertiva un fresco estivo, quel vento che porta il sapore del mare in casa, quella sensazione di benessere salato dopo una giornata di sole; non capiva bene, era ancora in uno stato di dormiveglia e non riusciva a uscire dal sonno.

Cominciava a rendersi parzialmente conto del percorso fatto. Era come quando, svegliandoti al mattino, speri che il brutto evento del giorno prima non sia vero. Ma lo era, era tutto vero. E Jack smaniava in un letto fresco d’estate, in una notte buia di vita calda e di cene al molo con fiumane di gente immersa nell’estasi della vacanza.

Non riusciva a svegliarsi e continuava ad avere strane percezioni di mondi lontani evocati da ciò che forse era la realtà circostante, non riusciva a prendere coscienza del tutto, aveva paura.

Non sapeva cosa stesse accadendo, sentiva di essere in un luogo, forse di mare, una casa? Una casa al mare? Con chi? Dove? Perché? E più cercava una risposta più non riusciva a destarsi da quell’oblio di sottofondo che lo attraeva verso sé.

Com’era tutto diverso dallo spazio irreale del magma quantistico nel buco nero! Ma una cosa fu quasi subito chiara: era di nuovo un essere umano.

Era così familiare risvegliarsi in quelle vesti carnose, come quando si era svegliato dentro Stewart; immediatamente tutte le funzioni fisiologiche si erano fatte carnalmente presenti, un senso quasi di ritorno a casa, una piacevole sensazione mista allo stupore di quanto siamo potenzialmente meravigliosi.

Jack non capiva però perché tanta difficoltà a svegliarsi, perché quel sonno così sano e tendente al profondo. Raramente aveva provato questa sensazione, sulla Terra aveva avuto sempre un sonno precario e inquieto.

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Metempsicosis – 06 – L’amore che non ho avuto

Mi risveglio e non so che cosa vedo
un bagliore però io lo intravedo
sento mani su me che non conosco
vedo un volto chi è capelli lunghi

Ma che cosa fai sopra me non so
un calore che io non ho sentito mai

Perdonami il mio corpo dona amore come lui non sa
non sapevo che in fondo potesse anche essere così per me

Se avessi conosciuto questo amore prima giuro che non sarei
diventato pietra per l’affetto che non ho avuto mai

Perdonami anche se non è il mio corpo voglio prenderti
sento che sto partendo e non posso restare più qui

Perché?