Siamo i capelli raccolti, siamo la chioma scura,
ci componiamo in forma di versi sulle tue gesta,
siamo le mani bianche delle ragazze in festa
lanciamo rose e gigli sopra la tua armatura.
Quando ci liberasti da questo assedio odioso
ci scordavamo il pane che addentavamo secco
su come dove e quando caddero queste mura
circolano ormai leggende e qualche congettura.
Ti ringraziamo ancora, re con i molti affanni,
e ci inchiniamo a te che non hai fatto niente
tranne che d’esser re quand’altri era pezzente
possa tu governarci per tanti tanti anni.
Ecco la tua città ti stringe in un abbraccio
suonano le campane di tutte le nostre chiese
ecco il corteo di dame guidato dalla regina
misera pure lei, ma ricca di coraggio.
Ti diamo la corona, provala per mezz’ora
facci vedere almeno se è la misura giusta
te la possiamo stringere se fosse troppo larga
fatti baciare intanto che il giorno dura ancora.