Il Barabosso piangeva, piangeva. Grossi lacrimoni scivolavano lungo le sue guanciotte pelose e gli bagnavano tutta la giacchetta, mentre, seduto all’ombra di una grande quercia non riusciva a smettere di piangere. Il bosco era silenzioso, stavano calando le prime ombre della sera quando un allegro fischiettio venne a rompere la pace di quei luoghi.
Qualcuno si avvicinava lungo il sentiero ed il Barabosso conosceva bene quel fischio: era sicuramente il suo amico Trippiscio, spirito allegro e birichino che, con fischi e canti esprimeva la sua gioia di vivere.