Archivio per tag: Firenze

Firenze in una Guida Pineider del 1906 (I più votati di Prosa e Poesia)

Il titolo è Guida manuale di Firenze e de’ suoi contorni, l’editore ha un nome noto, Francesco Pineider, l’anno di edizione è il 1906, il costo 1 lira. All’interno, su carta patinata e colorata, alcune pubblicità di esercenti privati colpiscono per l’uso dei termini come  Lung’Arno,  ancora  apostrofato o per l’indicazione, solo in poche, del numero di telefono composto spesso di sole tre cifre. Segue quindi una prima parte indicata con Piccola guida commerciale dove scopriamo che a Firenze ci sono più alberghi e ristoranti e pensioni e teatri che librerie o caffè o pasticcerie; in questa sezione, in rigoroso ordine alfabetico,   appare una voce oggi insolita, Pittori nella quale spicca Fattori prof Giovanni, via Cavour 72, lui, proprio lui, il grande macchiaiolo.

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Supermegaboy: il primo episodio!

A distanza di oltre quattro mesi dalla prima uscita, riproponiamo il primo epico episodio di Supermegaboy.

 

Episodio 1: “La nascita di Supermegaboy”

Era un tranquillo pomeriggio di mezza primavera a Firenze City quando l’anonimo Facundo Mostarda, tuttofare al Florence City Telegraph, per riposarsi dalla dura mattinata lavorativa al giornale, andò a prendere un po’ di sole sul terrazzino dei suoi genitori in costume essenziale olimpionico e ciabatte da doccia, e si portò dietro un giornaletto e un teino al limone, e tutto procedeva per il verso giusto finché dalla finestra del piano di sopra si affacciò la Lia Rottazzi con in mano una pentola piena di una brodaglia ustionante e nauseabonda, e siccome non voleva intasare il lavabo di cucina con quell’avanzo di rigovernatura, decise di disfarsene gettandolo di sotto, ma quella sbobba bollente che sapeva di cozze, vermuth e scioglicalcare liquido andò a finire proprio sulla testa di Facundo che divenne amaranto, urlò dal dolore e Supermegaboy Episodio 1 Lia Rottazzipoi svenne, e la Rottazzi lo vide e sbuffò di farla finita con tutta quella pantomima ché al massimo s’era schizzato uno stinco e i giovani d’oggi sono dei gran rompicoglioni che non hanno voglia di fare un cazzo e sono sempre a lamentarsi e poi lei non aveva fatto niente di male e anzi aveva seguito le indicazioni igienico sanitarie del comune che si raccomandava di non buttare oli e intingoli bollenti negli scarichi per non distruggere le fognature e ustionare le chiappe alla fauna fluviale, e allora lo mandò a fanculo e chiuse la finestra, e Facundo rimase là senza sensi per un bel pezzo finché quella sera lo trovò la madre e siccome la pelle da amaranto era diventata granata disse al marito di prendere nell’armadietto del bagno un po’ di Foille, ma siccome Facundo non dava segni di vita e anche il battito al polso era un po’ lento, per ridestarlo decisero di fargli trangugiare un bicchierino di distillato all’anice da 90° comprato una ventina d’anni prima a Monte Oliveto Maggiore, ma non appena trangugiato Facundo sbarrò i bulbi oculari, Leggi tutto →

Speciale Supermegaboy: il secondo episodio!

“Un incontro inatteso”

Era una tranquilla notte di mezza primavera a Firenze City quando Facundo Mostarda, in costume e vestaglietta, uscì trafelato dall’ospedale e si mise a trotterellare sulla carreggiata in direzione di piazza Dalmazia con le ciabatte da piscina ai piedi e un sorriso ebete stampigliato in faccia perché aveva appena deciso che sarebbe diventato un supereroe del bene, e tutti quelli che se lo trovavano di fronte dovevano sterzare all’ultimo secondo per non investirlo e dicevano tra sé “Guarda questo deficiente che cammina in mezzo alla strada di notte, ma che cazzo c’avrà da ridere?” e anche se le auto e gli scooter gli facevano gli sfrisini sgommando e inchiodando, Facundo continuava imperterrito a camminare sulla strada perso tra i suoi Supermegaboy episodio 2 - Trafficopensieri da supereroe, e rimuginava su ciò che l’aspettava, sulla lotta contro il male e i doveri morali nei confronti dell’umanità, sul fatto che avrebbe dovuto vegliare ogni notte sulla città, che non avrebbe più potuto poltrire davanti alla tv perché doveva lottare contro i supercattivi, insomma si doveva fare un gran mazzo, e allora il sorriso ebete si spense lasciando spazio a una smorfia idiota, però dopo Facundo pensò che essere un supereroe aveva anche degli aspetti positivi, tipo che qualcuna finalmente gliel’avrebbe data, perché nelle sue avventure avrebbe salvato la vita anche a un mucchio di ragazze, e con un po’ di fortuna in questo mucchio ci poteva capitare anche la nazionale femminile di pallavolo olandese, e a quel pensiero gli tornò il sorriso ebete, e poi Facundo pensò anche che forse avrebbe trovato il coraggio di rivolgere la parola alla sua Leggi tutto →

Speciale Supermegaboy: il primo episodio!

Ep. 1: “La nascita di Supermegaboy”

Era un tranquillo pomeriggio di mezza primavera a Firenze City quando l’anonimo Facundo Mostarda, tuttofare al Florence City Telegraph, per riposarsi dalla dura mattinata lavorativa al giornale, andò a prendere un po’ di sole sul terrazzino dei suoi genitori in costume essenziale olimpionico e ciabatte da doccia, e si portò dietro un giornaletto e un teino al limone, e tutto procedeva per il verso giusto finché dalla finestra del piano di sopra si affacciò la Lia Rottazzi con in mano una pentola piena di una brodaglia ustionante e nauseabonda, e siccome non voleva intasare il lavabo di cucina con quell’avanzo di rigovernatura, decise di disfarsene gettandolo di sotto, ma quella sbobba bollente che sapeva di cozze, vermuth e scioglicalcare liquido andò a finire proprio sulla testa di Facundo che divenne amaranto, urlò dal dolore e Supermegaboy Episodio 1 Lia Rottazzipoi svenne, e la Rottazzi lo vide e sbuffò di farla finita con tutta quella pantomima ché al massimo s’era schizzato uno stinco e i giovani d’oggi sono dei gran rompicoglioni che non hanno voglia di fare un cazzo e sono sempre a lamentarsi e poi lei non aveva fatto niente di male e anzi aveva seguito le indicazioni igienico sanitarie del comune che si raccomandava di non buttare oli e intingoli bollenti negli scarichi per non distruggere le fognature e ustionare le chiappe alla fauna fluviale, e allora lo mandò a fanculo e chiuse la finestra, e Facundo rimase là senza sensi per un bel pezzo finché quella sera lo trovò la madre e siccome la pelle da amaranto era diventata granata disse al marito di prendere nell’armadietto del bagno un po’ di Foille, ma siccome Facundo non dava segni di vita e anche il battito al polso era un po’ lento, per ridestarlo decisero di fargli trangugiare un bicchierino di distillato all’anice da 90° comprato una ventina d’anni prima a Monte Oliveto Maggiore, ma non appena trangugiato Facundo sbarrò i bulbi oculari, Leggi tutto →

Introduzione a “Strade scomparse di Firenze – Prima parte”

Introduzione

Lamberto Salucco ha il pallino delle strade scomparse, e lo fa rotolare in mezzo a vicoli, chiassi, piazze, piazzette, vie e viuzze fantasma rincorrendolo per raggiungerlo, e così facendo scopre un mondo incantato che gli altri non vedono: è un mago? No, è un grande innamorato di Firenze, e come ogni innamorato vuole conoscere a fondo il passato della sua amata.

Ma si sa, sapere troppo può far male, e sicuramente Lamberto ha sofferto molto nella sua ricerca, perché Firenze ha parecchi scheletri nello stradario.

Scoprire che dove adesso ci sono edifici c’era una piazza, che tante strade sono state abolite, tante case abbattute, chiese, torri, loggiati spianati, perduti, dimenticati (e tutti facevano parte di strade non più esistenti) provoca un dolore acuto al cuore.

Per non parlare dei nomi. E m’immagino il Salucco intento a chiedere geloso alla sua amata: “Come si chiamavano i tuoi ex? Avanti, dimmelo!”.

Firenze ha risposto, e le risposte sono tutte in quest’opera preziosa e unica, in cui senza inutili sbavature retoriche si può accedere ai dati essenziali della città invisibile, che torna visitabile attraverso chiarissime informazioni corredate da utili e accurate piantine che ci aiutano a orientarci nel nulla.

Un’opera che va tenuta presente e utilizzata di continuo, specialmente se si è a nostra volta innamorati di Firenze. Io stesso lo farò quando ne avrò bisogno per la mia pagina Facebook “Vecchia Firenze mia” e per personale libidine. Perché – lo confesso – anch’io sono un amante di Firenze. Ma non ditelo a Lamberto…

Gianni Greco

 

 

Prefazione

Questo libro è un tentativo di mettere insieme i dati relativi alle strade di Firenze che non esistono più: infatti, una delle difficoltà che si affrontano quando si studia una struttura urbana non più esistente consiste proprio nel riuscire a dare il nome corretto a una strada o a una piazza.

Questo perché i nomi delle vie venivano cambiati (o addirittura scambiati) molto frequentemente creando una notevole confusione e rendendo difficile l’identificazione dei luoghi.

Partendo da numerose mappe ho cercato di riunire tutti i nomi che nei secoli si sono avvicendati nelle singole piazze, strade, vicoli etc.

Durante il lavoro di reperimento delle fonti è successo anche di trovarsi nella situazione opposta: dover partire dal nome di una strada citato in un testo e provare, attraverso varie ricerche, a capire a quale via si riferisse.

Il presente testo non ha la pretesa di essere perfetto dal punto di vista tecnico e, nonostante l’impegno, è possibile che sia presente qualche inesattezza. D’altro canto molti testi “ufficiali” sono spesso in disaccordo e le stesse mappe tecniche del Comune talvolta si contraddicono.

Questa prima parte prende in esame l’area compresa tra via Tornabuoni, via de’ Cerretani, via Calzaioli e via Porta Rossa.

LS