Archivio per tag: Fabio Lazzeri

Metempsicosis – 13 – L’ultima morte

Finalmente sono qui un profumo che conosco già
su un cuscino dormo
sto aspettando non so chi sempre al buio anche qui
lunghi i miei capelli

Ma perché son donna io e chiedo a Dio che faccio qui

Suona un campanello corro e sento che sto aspettando me
non capisco più

Sto già tremando al pensiero che sia io
dietro la porta la mia faccia freme di vedere proprio me
sento le gambe cedere

Cosa faccio io non so resto fermo aprirò
ma la vita va da sé e riparte verso me
e risuona dentro me l’insistenza sul fragile
cuore di una donna che che donna è
che donna è che uomo io

Non è un sogno ma sto incontrando me apro piano e poi

Ora so sono io due persone un oblio
che si perde nel tempo che fu

Mi butta sul letto e poi la butto sul letto e poi
mi strappa l’anima le strappo l’anima

Voglio resistere ma non si può
questa violenza è senza pietà
vedo i miei occhi uccidere me
provo lo strazio di soccombere

Non posso essere io la belva che si crede Dio
non posso credere che ho perso l’anima mia

L’ultima morte, non tornerò più.

Metempsicosis – 11 – Baco

Dove sono eco intorno sento un tuono e fa freddo
dentro a una grotta ma non vedo niente da qui

E provo a muovermi lento e sento che sto strisciando
provo a toccarmi la testa ma non ho mani
e piano affondo in umida terra intorno a me

E scendo piano sempre più profondo dritto fino al centro
di questo immenso mondo
e sembro un treno che scava il suo percorso in cerca di una luce
in fondo al suo perché

Forse è meglio che io torni indietro da qui
ho paura che poi non esca più
la solitudine che cova dentro di me non si elude mai

E scendo piano sempre più profondo dritto fino al centro
di questo immenso mondo
e sembro un treno che scava il suo percorso in cerca di una luce
in fondo al suo perché

Metempsicosis – 10 – La mia vita

Oltre il tempo oltre me sto viaggiando su un perché
il perché della mia vita
e capisco forse che mi mancava poi quel che
per comprendere la vita

Ora che sopporto meglio questo buio questo silenzio
del trapasso di un risveglio che non so

Ora so che non si può aver paura di tutto ciò
che non si vede

Ora che sopporto meglio questo freddo e questo caldo
degli sbalzi della vita che non so

D’ora in poi potrò sognare
buttarmi in tutto e poi volare
negli spazi infiniti per sempre

Metempsicosis – 09 – Ciò che si è perso

Ninna nanna ninna oh il bambino a chi lo do
lo darò alla befana che lo tenga una settimana
Ninna nanna ninna oh il bambino a chi lo do
lo darò all’uomo nero che lo tenga un mese intero
Ninna ah ninna oh

Apro gli occhi e c’è mio padre che ricordo da una foto
io non l’ho mai conosciuto lui mi canta piano piano
è la scena in cui va via io la vivo da neonato
sul mio viso il suo fiato disperato dice addio

E se ne andò da me portando via con sé quell’uomo che ero io lo vedo piangere
vorrei abbracciarlo ma bambino sono io
non posso dirgli addio gridando lui mi prende tra le braccia sorride e poi
un bacio sulla fronte e mi mette giù
io cerco di reagire ma non so ora vorrei morire ma rivivrò

Qquel che ho perso non lo riavrò mai
quel che si è perso non si riavrà mai

Metempsicosis – 08 – Nuvola

Mi scompongo in gocce d’acqua
e mi scontro fino a fondermi con altre che
prendon forme le più strane
e poi il pianto con pioggia tuoni e temporali

Qui sospeso vedo in fondo tutto il mondo
mentre il sole filtra dentro me
forte il vento mi sospinge mi dissolve
libera l’azzurro dietro me

Come volare ma senz’ali
e poi planare giù dal cielo
e non tornare più com’ero

Sparire…