Esistono vari modelli di scolli: lo scollo o, come lo chiamano gli scollammesi, lo scolcollo discreto, ma anche il senza scollo, ormai raro e lo scollato sempre, molto di moda. Questo significa che non tutti gli abitanti lo praticano; alcuni solo occasionalmente, altri sempre, altri mai.
Questi ultimi non hanno mai voluto rispondere alle mie domande, limitandosi quelle poche volte che sono riuscito a comunicare con loro, ad accennare un sorriso gentile sulle labbra, appena abbozzato ma chiaro ed evidente, quasi una canzonatura leggera.
Più pronti a dare spiegazioni, ma senza effettive e precise risposte sono i praticanti dello scollo occasionale o discreto.
L’unica cosa chiara è che non essere praticanti implica una specie di radiazione dalla comunità. Se non ho capito male o ti scolcolli o non sei ritenuto un membro a tutti gli effetti. Ecco perché molti hanno scelto di scolcollarsi discretamente.
Questa pratica inveterata sta però producendo i suoi frutti.
Si stanno notando delle mutazioni genetiche che preoccupano la comunità di Scollam.
Molti neonati nascono col collo lungo, lungo a dismisura e altri con il collo corto, cortissimo, quasi inesistente. I primi, sebbene deformi, sono bellissimi; i secondi, con quelle teste quasi schiacciate tra le spalle, sono solo sformati. I paragoni con il mondo della natura o dell’arte sono stati notevoli per i primi e tutti ammirati: un cigno, un modigliani, una giraffa, ma anche paragoni meno scontati come un Erketu ellisoni, il dinosauro dallo spettacolare collo, oppure donna Kayan come le donne africane dal collo inanellato.
La trasformazione quindi non è stata vissuta né dai genitori, né dagli stessi una volta cresciuti, come un tratto da rifiutare; diverse le considerazioni per i secondi per i quali non c’è stato nemmeno il tentativo di trovare esemplari di riferimento.
Si sono quindi via via ghettizzati, vivono in comunità separate e sono quasi violenti. Tutta la loro rabbia si scatena nei confronti dei collilunghi che malauguratamente varcano i loro confini, non del tutto delimitati: li aggrediscono mordendoli sul collo, ma poi interrogati sulle molestie inflitte, non sanno spiegare questa loro manifestazione, ma adducono come unica ragione il fatto che gli aggrediti siano dei collilunghi, e tanto basta.
I collilunghi a loro volta si sentono sempre più dei privilegiati dalla natura e guardano quasi con disprezzo i senza collo.
Le loro comunità sempre più separate sono ormai inconciliabili.
Nel mio girovagare ho sempre avuto occasione di vedere aggregazioni umane in lotta tra loro, spesso perenne e atavica e della quale si è perduta la radice. Anche le collettività di Scollam mi sembrano avviate su questo percorso senza ritorno. Insomma, lo scollo ha avuto alla lunga delle infauste conseguenze: sono stati generati dei mostri; anche questa è vero, è un’espressione abusata e meriterebbe una digressione, ma faccio per capirsi, nel senso che insomma nessuno glieli invidia. I mostri si sa o fanno paura o si invidiano e io, dopo che in un primo momento avrei voluto provare, ora me ne guardo proprio bene.