Aurora era confusa, non capiva assolutamente più nulla, volse il suo sguardo verso Mike ma vedendo il suo viso contratto dal dolore provò una tale pena da avvicinare la poltroncina al letto e stringergli forte la mano e chiamò l’infermiera: ora Mike aveva bisogno di calmanti per il dolore non di parlare .
Aurora 7/8
Le ultime notizie e il colloquio con Tata avevano rasserenato Aurora, e dopo una doccia tonificante si preparò a raggiungere alcuni allevamenti per procedere alle inseminazioni artificiali su mucche e pecore. Non amava quel tipo di lavoro, le sembrava di fare una violenza alla natura, ma purtroppo il mercato voleva questo e gli allevatori non avevano dubbi sui risultati.
Aveva già raggiunto quattro allevamenti, quando nonostante gli appuntamenti della giornata fossero molti di più sentì la necessità di tornare a casa, aveva un rododendro improvviso che non la lasciava in pace un attimo.
Aurora 6/8
Inaspettatamente Charlie si alzò da tavola, con cura appoggiò sia la tazza che il panino, si avvicinò a Kimi e la prese tra le braccia:”No, voi partirete, sappiamo tutti che non ci sono certezze nell’intervento, il solo fatto certo è che se non tenti Len morirà, quindi glielo devi e lo devi a te stessa. Avere paura è normale, soffrire per paura no. Ci andrai e se me lo permetti verrò con te, non posso né voglio lasciarti sola.”Kimi gli rese l’abbraccio con tutta la forza che aveva, e strofinandosi il viso sul collo della camicia di Charlie si asciugò le lacrime, cercò di sorridere e fece un cenno di assenso con la testa: sarebbero partiti insieme per l’oltre oceano e quasi certamente per la vita.
Aurora 5/8
L’unica soluzione, anche se pericolosa, era un intervento chirurgico, possibile solo in un Ospedale a Baltimora, dove il titolare del reparto di neurochirurgia pediatrica aveva già effettuato una emisferectomia con esito positivo, cioè con la rimozione della parte malata del cervello, ma la distanza non era l’unico problema, i costi erano veramente esorbitanti e la copertura sanitaria era praticamente esaurita per le visite e le medicine.
Aurora 4/8
Non intervenne, lo lasciò fare, aveva imparato ad aspettare i tempi degli altri per parlare, non voleva essere invadente, il mattino successivo avrebbe potuto aiutarlo.
Era appena l’alba quando si alzò e dopo una doccia rigenerante indossò un paio di pantaloncini e una maglietta di cotone. Indugiò un attimo davanti allo specchio, si raccolse i capelli sulla nuca, e constatò con piacere che nonostante i suoi cinquant’anni non era particolarmente sciupata, che il tempo con lei era stato magnanimo: qualche piccola ruga intorno agli occhi verdi, una miriade di lentiggini su zigomi e naso, una cascata di capelli in origine castani, ma ora a ciocche biondo cenere per nascondere qualche antipatico intruso bianco,un fisico asciutto le conferivano un aspetto molto più giovane di quanto la carta d’identità dichiarasse.