Fugge dalle genti come l’eroe romantico che vuole sfruttare questa solitudine/non solitudine per entrare in armonia del tutto. Fermo in una piazza vuota, comincia a ruotare su stesso, distorcendo il paesaggio attorno, quasi come una danza ipnotica che conquista totalmente i suoi sensi, mentre un leggero fremito scuote le sue narici dilatate che cercano quel profumo di mare, di vecchio e di nuovo che si diffonde da ogni pietra, da ogni pozzo, da ogni camino. A lui si contrappongono i piccioni umani. Chi sono? Ovviamente i turisti, belve feroci, che solo al primo sguardo sembrano essere disuniti, ovunque e numerosi, ma per un occhio più esperto, loro sono una belva divoratrice di cultura commerciale, che anelano all’arte, che in qualche modo sentono di dover vedere, ingurgitare, e non osservare, solamente per poter dire una volta tornati a casa “ho visto questo”. Non esiste modo di sconfiggere questa fiera, che di anno in anno non fa altro che aumentare il numero delle sue particelle, dei suoi arti che piano piano avvolgono ogni luogo del pianeta. La causa? Il consumismo, la voglia di viaggiare come un qualcosa di autoimposto dalla pubblicità, ma soprattutto la vera causa è la pigrizia, la voglia di non organizzare, ma di essere organizzati, di non andare a vedere, ma di essere portati a vedere.
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Condizioni 3/3
Condizioni 2/3
Da tutto quello che ho detto finora, potreste pensare che il mio sia solo un invito a prendere il classico aereo al volo una volta all’aeroporto, di vedere dove vi porterà la vostra buona stella… niente di tutto questo, io voglio solo dirvi che dovete gettare i vostri occhi nel fango, fargli vedere le cose più rivoltanti, fargli vedere l’inferno dantesco, in modo che una volta che li ritroverete al fiume del purgatorio, lindi come non mai, li potrete usare per vedere le occasioni che ci circondano, occasioni che prima ignoravamo per pigrizia o per scarsa fiducia in se stessi, occasioni che magari potrebbero cambiare la nostra vita. Parlo così per esperienza? Certamente, non potrei sennò. Ho viaggiato in 4 continenti, in più di 10 paesi, ma dove ho scoperto qualcosa di veramente nuovo, stravolgente? A 200 km da casa mia.
Avete una macchina? Io vi direi di tenerla in garage. Prendere una bici, una moto: loro ti permettono di sentire il vento contro il tuo petto, aumentano la tua concentrazione. “ma così non ti concentri sul paesaggio…” SVEGLIA! È proprio quella concentrazione che ti fa immergere, che ti fa dimenticare da dove sei partito e dove stai andando, quello stato di incantamento consapevole, che ti fa vedere la strada e che allo stesso tempo ti rilassa portandoti come in un limbo dove tutte le ansie, stress e preoccupazioni accumulate fino ad allora spariscono. Non volete andare lontano? Camminate, correte. Molte persone senza nemmeno accorgersene vivono nello stesso posto senza mai esplorarne i dintorni, senza sapere che magari il negozio che cercavano si trovava a solo due passi.
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Condizioni 1/3
Come sono io adesso? Come mi sento?
FERMO. Fermo mi sento. Cosa vuol dire? Sono immobile nella mia condizione, immobile nella mia visione delle cose, immobile nella mia anima.
Oggi ho realizzato la realtà che mi circonda ma, badate bene, è una mia visione, che può essere una piccola briciola nelle miriadi di dimensioni e interpretazioni possibili.
Un movimento quotidiano come lavare i piatti che si trascina di anno in anno, di giorno in giorno, di ora in ora per poi essere scandito dai secondi, come se da quel movimento uscisse fuori un mantra di sottofondo che ispira la riflessione, mi ha portato a vedere il perché sono ancora qua. Io sono morto dentro, manca in me quella scintilla che era alla base negli uomini primitivi, quella scintilla che ha portato all’evoluzione umana, che l’ha spinta a oltrepassare quei confini che si era autoimposto con la religione e non solo, ad andare ed esplorare delle terre che erano credute inesistenti, fino a posare il piede sulla luna, o a raggiungere con un sottomarino le zone più profonde del mare. Io mi sento come tra 4 mura, con un soffitto che mi mostra un cielo così misterioso ma che non posso toccare, che resta là solamente per osservarlo da lontano, portando dentro di me la triste consapevolezza che io non potrò mai innalzarmi alla condizione di uccello, per vederne i più misteriosi e sfumati meandri.
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