Di quel mondo in cui vissi cosa è rimasto oggi? Più nulla direi, poco per volta si è dissolto fino quasi a scomparire. Non so se ciò è valso per le generazioni passate, ma per la mia c’è voluto poco, molto poco. La montagna 25 anni fa era ancora un luogo potremmo dire affollato, tra i suoi boschi a qualche chilometro dal paese potevi incontrare gente in qualunque stagione, vi era chi andava a raccogliere legna secca, chi pali per le viti, chi in cerca di funghi e chi di castagne, e non mancavano gli odiosi cacciatori ma forse costoro erano in fondo i più presenti nell’arco dell’anno.
E c’era poi il pastore e il vaccaro i quali portavano al pascolo le bestie, e scendevano e salivano a seconda della stagione. C’era anche chi coltivava ancora qualche pezzo di terra a patate o a grano. Beh insomma era un piacevole via vai che rendeva viva la montagna. La sensazione era quella di sentirsi parte di questo ambiente, certo vi era anche chi lo trattava male abbandonando in giro rifiuti, ma in tanti lo vivevano con passione. Quella montagna, quei boschi erano come dire…magnetici creavano una attrazione a cui era difficile resistere, si andava su anche solo per una passeggiata.
Poi poco per volta tutto è cambiato, è andato a scomparire, è scomparsa la vita in montagna ma anche in paese. A volte penso che l’elemento di cambiamento della vita in paese per la mia generazione fu la vendita del campo sportivo. Questo luogo era stato per almeno due decenni un elemento di aggregazione per quanto fosse incompleto, pietroso e un tantino spartano era comunque un punto ove convogliavano non solo la passione per l’unico sport praticabile, ovvero il calcio, ma periodicamente vi passavano gli appassionati di motori.
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