In tutto il mio guardare per il mondo ho visto contagi buoni e contagi meno buoni; non sapendo ancora bene cosa è buono e cosa non lo è forse è meglio dire possibili o non possibili. È come quando gira un virus, c’è chi si ammala e chi no; lo stesso è per la cosiddetta contentezza di sé o felicità; non è vero che si contagia, bisogna vedere la predisposizione di ciascuno. Molte volte le popolazioni di una città vogliono non essere contagiate e guardano il contagiatore con sospetto. E poi, non basta si faccia contagiare solo qualcuno, il contagio o è per molti o la città resta come prima, anzi peggiora perché si semina zizzania tra chi dice di essere stato contagiato e chi non vuole esserlo; una specie di invidia che non si risolve, ma che porta a guardarsi in cagnesco.
Il processo quindi è lungo e non sempre riesce.
Un esempio di contagio non possibile è quello tra Acronos e Bicronos.
Sono a pochi chilometri l’una dall’altra, ma sono distanti anni luce.
Acronos persegue puntualmente la mancanza di tempo, Bicronos ne è ossessionata; se si contagiassero, ne ricaverebbero beneficio sia l’una sia l’altra.
Ad Acronos il tempo non si è fermato, non è mai passato di lì.
Voi pensate che ad Acronos, città senza tempo, tutti possano essere felici?
Errore, sembrano felici! Ciascuno ha un proprio tempo e ne segue il ritmo; fin qui tutto liscio, anzi sembrerebbe una delle migliori invenzioni.
Ma cominciamo da quello che ho visto.
Leggi tutto →