Tutte e tre insieme sono magnifiche.
E’ già la seconda cosa che imparo oggi: non ci sono gregari, ma protagoniste; non sono esecutive, ma fattive; nonostante collaborino allo stesso progetto, e se non lo avessi vissuto non
l’ avrei mai creduto possibile, tre persone così diverse concorrono alla sua realizzazione, senza entrare in competizione, anzi.
Propongono, non impongono; si consultano, soppesano, poi decidono, insieme, con calma e competenza condivisa.
E’ un miracolo solo al femminile, impossibile prima dei secondi o terzi anta ?
O forse è possibile perché loro lo sanno rendere possibile.
Ora comincio a capire. Non è solo un progetto culinario che le accomuna; quelli del giovedì sono magici incontri!
A me non rimane che guardare, scrivere e attendere; ma come ingannare il tempo?
Non mi sento coinvolta nel loro progetto; non amo cucinare e non ho voglia di imparare.
Amo mangiare solo alcune cose, anche se spesso per calmare i morsi dello stomaco vuoto sono capace di ingurgitare di tutto.
C’è da dire che la cottura del riso e il riso stesso come cereale ha risvegliato in me una certa curiosità; da sempre fa parte della nostra cucina, tanti e tanti piatti sono a base di riso e sono legati alla nostra tradizione da tempi immemorabili; trovo quasi assurdo infatti sperimentare cotture e cucine che non ci appartengono, lo ritengo pressoché profanatorio. E’ anche vero che non so quasi nulla sulla cucina del riso all’orientale e poco anche di quella occidentale e tanto meno per quali strade questo cereale sia arrivato fino a noi.
Potrei gironzolare per la Rete, nelle enciclopedie multimediali o tra i libri digitalizzati in cerca di ragguagli sul riso e la sua cottura!
E’ un’idea.
Non ho osato dirlo, ma ho deciso di scriverlo: intanto non capisco tutto questo impegno per del riso bollito, ma se proprio deve
essere …; soprattutto non riesco a capacitarmi sui tempi e sulla quantità d’acqua nella quale il riso dovrebbe bollire e ribadisco dovrebbe, perché secondo me non può lessarsi: poca acqua per i tempi indicati. Con la mia poca dimestichezza, sono purtroppo costretta a subire le angherie dei professionisti; so e riscopro che le ricette sono un’esclusiva per specialisti, solo raramente sono rivolte ai profani, ai cucinieri del quotidiano o a chi intraprende per la prima volta questa attività.
-Francesca? Vieni, la cottura è ultimata.
Marta ha interrotto le mie riflessioni; sono proprio curiosa di vedere i risultati! Chi avrebbe mai solo supposto una partecipazione così attenta da parte mia? Incredibile, quasi non potevo crederci; i tempi indicati da Marta sono perfetti!
Ma il trucco c’è: una pentola alta con il coperchio trasparente ed ermetico e poi, la pentola è di ghisa, così mi ha spiegato Marta; formidabile!
Scopro di essere emotivamente coinvolta, le prodezze delle cuoche mi rendono felice come una bimba, nel senso che mi metterei a battere le mani e saltellare per la contentezza.
L’unica cosa che temo è che le cuoche mi chiedano di assaggiare il risultato di tanta fatica, perché le ho viste davvero impegnate. Hanno avuto il tempo solo per chiarire che il sushi e il sashimi sono patti giapponesi complessi e che per realizzarli occorre molta concentrazione e destrezza.
Cuocere il riso infatti è solo una delle varie fasi di preparazione di questo piatto che comincia ad affascinarmi.
Non mi è resta altro da fare che documentarmi sulla mia enciclopedia multimediale:
Il Sushi: è l’alimento centrale della gastronomia giapponese: è composto da polpettine di riso glutinoso bianco, lessato e condito con aceto di riso; le polpettine vengono quindi pressate e avvolte in foglie di alga nori, un’alga essiccata, e fanno da base per diverse guarnizioni, la principale delle quali è il pesce crudo.
L’idea del pesce crudo mi ha sconvolta, ma notizie così povere mi hanno costretta ad una ricerca più accurata. Ho scoperto che l’elemento più importante della cucina giapponese è il riso che si mangia bollito e quasi sempre senza condimento; accompagna molte vivande, apre e chiude i pranzi e costituisce per molti il cibo principale o l’unico.
La ricetta del riso per sushi, che non è un semplice riso bollito, è complicata da altri ingredienti aggiuntivi.
Non c’è altro da fare, non posso disturbare le indaffaratissime cuoche; mi chiedo come mai si siano avventurate in un tale ginepraio culinario; non mi resta che consultare e richiedere aiuto alla Rete e ai libri di cucina di Giulia.