PROLOGO
Scozia,1799
Il cadavere dell’uomo fu ritrovato nei pressi della foresta. Era l’alba quando il carrettiere McGregor, discendendo col suo barroccio lo stretto sentiero fra il bosco e il fianco della montagna, vide la sagoma supina, dalle membra contratte in una posa quasi innaturale, distesa a terra fra le foglie secche, in un lago di sangue rappreso per via del gelo notturno.
Stringendo fra i denti la lunga pipa, dalla quale saliva un fumo denso e maleodorante di tabacco a buon mercato, McGregor fece arrestare il cavallo, e biascicando un paio di bestemmie, dopo essersi raddrizzato il cappello sulla testa, scese a dare un’occhiata.
Si avvicinò cautamente, e col sottile bastone che usava per spronare il cavallo punzecchiò il corpo esanime quanto bastava per accertarsi che fosse morto, “morto stecchito” come avrebbe raccontato qualche ora più tardi agli amici della locanda giù in paese, davanti a un buon bicchiere di scotch.
Dopo essersi ripetutamente fatto il Segno della Croce, Mc Gregor prese un vecchio telo che usava nei giorni di pioggia per coprire le fascine di legna che dal villaggio doveva portare ogni tre giorni su, fino al Castello di Ashburnham, dimora di lord Archibald Ardness, laird di quelle terre, e vi avvolse il cadavere, storcendo il naso alla vista (e all’odore) dell’orrendo squarcio che il poveretto aveva sul torace, dal quale spuntavano – orrendamente candide in mezzo al rosso vermiglio del sangue e della carne squarciata – le ossa della gabbia toracica. Sembrava che una qualche bestia lo avesse divorato dentro, “ripulendolo” degli organi interni più “gustosi”… per poi fuggir via senza completare il lavoro.
McGregor, un uomo di mezza età, tuttavia ancora robusto e forte, non ebbe difficoltà a caricare il cadavere sul suo carretto, fortunatamente vuoto.
Scrollando la testa, rimontò a cassetta e masticando la pipa con aria pensosa esclamò, profeticamente, rivolgendosi al cavallo, unico interlocutore in quella desolazione: “Ho come l’impressione che questo sia solo l’inizio. C’è un demonio che si aggira da queste parti, caro Bernard… Su quattro zampe o su due, questo è ancora da vedere… Ma, perdio!, spero di non incontrarlo mai!”.
Fissò per un attimo la strada di fronte a sé, la cui visibilità era scarsa per via della fitta nebbia che si stava sollevando dal terreno.
“Che Dio abbia pietà di noi!” fece, raddrizzandosi il cappello con un gesto che gli veniva automatico ogniqualvolta doveva farsi coraggio; e, con una sferzata di bastone, incitò l’animale a riprendere il cammino.