Poesia in movimento: “Perché non cento”? è il primo libro di Alessandro Pagani, edito da Alter Ego / Augh di Viterbo ed uscito il 31 Marzo 2016. Un libro che gioca con il caleidoscopico mondo delle parole tra combinazioni e scambi di lettere, calembours, rime, sonetti, anagrammi ed assonanze fonetiche, in un puzzle originale composto da 99 poesie atipiche che sorprendono. Risultato di una ricerca libera che punta ad un nuovo modo di scrivere nella reinterpretazione del linguaggio per combinare originalità, estro e sperimentazione: frutto di un’arte highbrow o lowbrow? In realtà niente di tutto questo, la poesia di Pagani è uno schietto e istintivo inno alla vita e alle sue infinite sfaccettature, contenente vena umoristica, gusto genuino per la parodia, svolte imprevedibili delle emozioni, in un susseguirsi di celebrazioni ritmiche ed intuizioni iperboliche, come nella poesia “Ah, lì c’è Alice”:
Io mi dico maledico ma le dico:
“Lei mi celia, mia Alice,
lei mi modica e lo dice”!
Poi mi cala il di lei calice,
in quel dì di lode a Cadice:
io mi dico: “Lì c’è il docile”!
Rimettendo a posto il focile.
Ma lì c’era Lucio il trucio,
che mi fece un gran bel bucio,
e di dolo dolsi a fuga,
sul gran lido dell’acciuga.
E mi brucio per la lei.
Sarda: alice degli Dei.
L’autore non teme la grande tradizione letteraria, né la cultura popolare, come nei richiami danteschi “nel mezzo del camin di nostra baita / mi ritrovai una merla poco scura”, o il verso rifatto dalla Canzona di Bacco “perciò ricorda la gioia è una scelta / come passante che prende la via / questa la somma del sommo volere: / chi vuol esser lieto / che lieto ne sia” o come nei proverbi ristrutturati: “rosso di sera / comunista al tramonto / che succede se fai / prima dell’oste il conto”. Senza dimenticare versi brillanti quali: “aprite i limoni / e troverete sole amaro”, oppure musicali come: “e nota bene sopra no / leggi tra i vibrati / me lo dia il suo no / se ci siamo accordati”…..Tutti richiami ad uno studio sul mero significato della parola poesia, che non deve essere per forza legata ad uno schema testuale ormai stereotipato basato su esperienze ovvie ed eccessi culturali: la poesia è istinto, emozione cosciente che diventa incosciente, la parola messa al posto giusto in un luogo incomprensibile, il semplice e misterioso intreccio alchemico tra fantasia e logica: lì dove ogni pensiero lascia la mediocrità, e diventa sogno.