Vi piace il colore blu?
Può sembrare solo una questione di gusti, ma Michel Pastoureau nella sua trattazione spiega perché è da ritenersi una storia sociale la scelta o meglio l’affermazione di un colore sugli altri. Racconta le alterne vicende dei colori a partire dalle origini fino ai giorni nostri e in particolare del blu, il preferito dalle popolazioni europee a partire dal XVIII secolo, ma che non sempre ha ricoperto questo ruolo. L’affascinante trattato dello storico del simbolismo e massimo esperto di storia dei colori propone una lettura sociale dell’uso, significato e valore dell’utilizzo e dell’ambito di applicazione dei diversi colori.
Ad esempio in epoca romana ruber e coloratus erano sinonimi, confermando la predominanza del rosso su tutte le altre coloriture, mentre il blu era il colore dei Barbari. Occorrerà attendere oltre l’anno Mille perché il blu si affermi come colore “aristocratico” e tra i più belli, diffondendo il proprio primato dalla Francia alla Germania e all’ Italia.
La promozione del blu tra il XII e il XIV secolo è l’espressione di cambiamenti importanti nell’ordine sociale, nei sistemi di pensiero e nelle modalità di percezione scrive Pastoureau e diverrà, dopo aver fatto concorrenza al rosso e anche del nero ricercato nel XV secolo, il colore dominante associato a quest’ultimo durante la Riforma protestante.
Un saggio che non può non catturare con la sua miriade di riferimenti ad ambiti che parrebbero completamente distanti, ma che l’Autore avvicina e accosta nella semplicità delle osservazioni che a quel punto appaiono ovvie. Scorrevole e piano nella narrazione storica si legge senza intoppi con una scoperta ad ogni girar di pagina che cattura e sorprende.