Muoversi 2/2

Aveva camminato attraverso il buio, un passo di fronte l’altro, con determinazione, incessantemente. Se aveste cercato i suoi occhi, l’avreste visti fissi su un bersaglio distante. Non esisteva alcun obiettivo oltre quello, nient’altro contava.
L’oscurità era infinita, un posto dimenticato da ogni dio, un buio creato da nessuno al di là della creazione e del tempo. Il buio si chiuse sfiorandolo. Dove toccava, la pelle diventava ombra anch’essa, svelando il suo io, dissolvendosi in niente.
Non sapeva che sarebbe successo, non importava. La pelle non gli interessava, aveva il suo obiettivo.  Avanzò, combattendo la forza oscura che lo circondava.

Il tempo passava, le stelle cambiavano posizione nel cielo, le stagioni si susseguivano. L’oscurità in aumento scavava in profondità dentro di lui. Si muoveva ancora, sempre più veloce, il tempo a sua disposizione stava per finire, doveva sbrigarsi. Ce l’avrebbe fatta stavolta, finalmente sarebbe arrivato alla fine di tutto.

Il tempo passava. Città nascevano e cadevano, montagne finivano in polvere, continenti si spostavano e si incrociavano. Il suo cuore si fermò, non avendo più nulla da muovere. Eppure anche questo non lo frenò. La morte era un piccolo ostacolo, finché continuava a muoversi. Il suo obiettivo gli danzava in testa, non riusciva a ricordarlo, ma sapeva cos’era. L’unico oggetto realmente fondamentale della sua esistenza. Così continuò a muoversi, perdendo sempre di più il suo corpo.

Il tempo passava. Le stelle si formavano e morivano, gli universi crollavano e si ingrandivano. Spostarsi gli era sempre più difficile, ma era ancora possibile e non si sarebbe lasciato fermare, non quando era così vicino. Finché la sua anima rimaneva intatta, avrebbe proseguito.

Era un viaggio che aveva affrontato migliaia di volte prima, ogni volta con un corpo diverso. Aveva sempre fallito, non aveva mai raggiunto l’oggetto alla fine dell’oscurità. Era nato più e più volte, sempre conscio del suo obiettivo, ma non lo ricordava mai. Aveva bisogno di ricordare. Sapeva che era questo il premio, alla fine: ricordare ciò che desiderava così tanto. L’idea danzava ai bordi della sua coscienza, attraversava la sua anima, gli permetteva di esistere. E lo guidava, non sarebbe stato soddisfatto fin quando non l’avesse rivisto.

Il tempo passava. Il tempo si fermò, l’Universo cessò di esistere, gli dei tornarono ai loro paradisi. Ma l’uomo si muoveva ancora, era la sua ultima possibilità. Non ci sarebbe stato un altro momento per lui.
Poteva vederlo, nel buio, una singola forma brillava, circondata da piccoli sprazzi di luce. Sono qui, disse, facendo cenno come se quella potesse rispondergli. L’eternità era passata migliaia di volte durante la ricerca, ma ora era giunta la fine.
Il ricordo ai bordi della sua mente lo trascinò, desiderava quella cosa, sapeva che gli avrebbe dato pace. Poteva vedere chiaramente: una fotografia sbiadita, strappata ai bordi, passata attraverso gli eoni. Con mano d’ombra, la strinse. Non poteva sospirare di sollievo, non poteva sorridere, ma in quel momento aveva vinto il Tempo e la Morte, aveva ciò che gli serviva. Impaziente sollevò la foto e la guardò.

Bianco. Vuoto.

La foto era troppo sbiadita, non c’era nessuna immagine. Il ricordo che l’uomo tanto desiderava, era perduto con tutto il resto. Una sola lacrima si formò all’angolo dei suoi occhi trasparenti, rotolò lungo il suo viso mentre il suo corpo spariva nel buio.

Quell’unica lacrima cadde, proprio quando l’uomo non c’era più, atterrando sulla foto bianca. Lo sporco degli eoni d’attesa fu lavato via per un secondo. Il volto di una giovane donna, i suoi profondi occhi scuri, la bocca incurvata in un sorriso dolce, fermati in quell’attimo di tempo.

Muoversi 2/2 ultima modifica: 2016-04-22T08:48:05+02:00 da Sara Montella

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