Esordiva l’autunno e noi
svelti sul lubrico ponte vedeva
la città silenziosa,
ancora avvolta nel sonno
ancora immersa nell’ombra,
e tu parlavi piano.
Mi prendevi la mano, ricordi
ricordi come ci stringevamo!
Ed erano forti
le tue bianche mani, algide
come neve e docili
quando poi le lasciavi.
E’ il nostro segreto, sussurravi
ma il tuo lo chiudevano gli occhi
quegli occhi che pari a una Sfinge
su di me esercitavi.
Sono ancor belli quegli occhi
come il Moreau li dipinse?
Mai saprò, mai saprò quegli sguardi
quando mi trascinavi, e ti piaceva
guidarmi nei luoghi a me ignoti
a te usati,
i gesti enigmatici e folli
con cui m’ingannavi
e i sensi, sempre negati!
Se passo talvolta una via
del quartier San Martino, ti vedo
o parmi, sfilarmi vicino
e non fermarti, mi volto
e mi sfiori col tuo respiro:
ti piace ancora stregarmi.
Poi ti chiamo e ti volti poi ti allontani,
mi sfuggi, fino a che non esali
a lato di Santo Sepolcro.
Principia l’autunno
e non ho più le tue mani.
Davide Nardi
L’eterno enigma tradotto in immagini suggestive ed espresso con un ritmo straordinariamente efficace.