Essere un viandante e viaggiare
nel ritrovarsi di nuovo con una mappa da aprire ,
e seguitare un percorso , come sognare ,
lasciandosi alle spalle un vuoto ,che non è un deserto ,nè passo incerto ,
e che non vuol dire dimenticare con quale semplicità una stella ,
rende un vuoto coperto ,
e che con la sua luce, apre il passo lungo un nuovo cammino .
Essere un viandante, vuol dire bussare ad una porta ancora da aprire ,
e sentirsi guardandosi dentro la stanza un’altra volta inesperto ,
girovagare per il mondo sciogliendo una lacrima al vento ,
ed augurare un buon viaggio a chi come noi ,
si sente da sempre partecipe di questo lungo cammino ,
consapevole del fatto che sarà ancora più lungo e tortuoso il passo ,
e che per metà dell’attesa vivremmo sognando.
I miei occhi ancora oggi si fermano e si smarriscono ,
giungendo stranieri ed osservando un nuovo paesaggio ,
ma poi ad un tratto mi sento il cuore aprire e urlare :
“ECCOTI QUA , SEI ARRIVATO !”
e invece no, non mi basta mai questa sosta nel sangue ,
cosi porto la mano alla mappa , traccio un percorso ,
e come un pirata del tempo stabilisco la rotta ,
calcolo il vento , e riparto con negli occhi l’avventura di un bimbo ;
Nè so dove il passo e il pensiero mi portano oggi ,
ma quel che di certo conosco , è che solo cosi mi sento vivo nel mondo ,
e consapevole del fatto che ancora lungo è il mio viaggio ,
breve il sonno , e immenso sarà quel paesaggio di cui nome ancora non conosco ,
ma che gli uomini che non traghettano , ne volano , e ne viaggiano ,
chiamano ” Terra “.
Oliviero Amandola