Il Signore era proprio contento. La Terra gli era venuta talmente bene che, per un attimo, anch’ Egli ne restò estasiato. Poi, ripresosi dallo stupore, convenì che tanta “Grazia di Dio” non poteva rimanere fine a se stessa, e che ci sarebbe voluto qualcuno che avesse saputo apprezzarla in tutta la sua bellezza. Solo in questo modo il “Suo Progetto” avrebbe avuto un senso. E così, pensa che ti ripensa, decise di creare l’Uomo. E l’Uomo fu. Ma non subito, perché, a causa dell’enorme fatica che aveva fatto in precedenza, era un tantinello stanco e, prima di riuscire a creare l’Uomo come lo immaginava nella Sua Mente, creò una serie infinita di creature, ognuna delle quali, oltre a non soddisfarlo più di tanto sotto il profilo dell’aspetto esteriore, lo sconcertò non poco anche con la reazione che ebbe appena si trovò davanti alla Sua Opera.
Una delle prime fu la Scimmia. Il Signore l’aveva appena creata, non aveva fatto nemmeno in tempo a chiederle se lo Scenario nel quale era stata calata le piacesse, che cominciò subito a saltellare istericamente, emettendo nel contempo degli indecifrabili vocalizzi: “Uh ùh – Uh ùh ihh – Uh ùh – Uh ùh ihhh!”; Poi, con uno slancio improvviso, balzò su un albero e, saltando di ramo in ramo, si inoltrò nel folto di quell’incredibile Flora. Il Signore, esterrefatto, la seguì con lo sguardo e, dopo che era sparita, esclamò perplesso: “Ma chi era!?” …
Col Cane non andò meglio. Alla Sua domanda, sempre quella: “Te piace ò scenario?”, il Cane, dopo averGli abbaiato in modo minaccioso, senza curarsi minimamente della Sua Presenza, cominciò ad andarsene in giro scodinzolando e annusando nervosamente i tronchi degli alberi, fino a quando non trovò quello giusto e… alzò una zampa. Vi lascio immaginare come ci rimase il Signore! Qualcuno dice di averlo sentito esclamare: “E questo è proprio un cane!” Da qui il nome. Non mi chiedete come si chiamasse il cane prima di allora, perché è passato tanto di quel tempo e non me lo ricordo.
Ah, non ve ne importa?!… Meglio così!… Però, volete sapere la reazione che ebbe alla sua domanda qualche altra creatura… E va bè… Ma ve ne dico ancora solo una, èh… e poi basta… Quelle erano milioni e milioni!… E quando finiamo?!… Allora… vediamo… vediamo… sì… Vi parlo della reazione che ebbe l’ Ippopotamo. Appena il Signore gli pose la fatidica domanda, lui spalancò la bocca, non si sa, e non lo sapremo mai, se per un’eventuale risposta o per un improvviso sbadiglio, ed emise una folata d’aria calda… ma così calda… che… se il Signore poco poco non si scansava gli avrebbe come minimo bruciato la barba… Per Sua fortuna, invece, si scansò, e al posto della sua barba, bruciò tre Baobab, cinque Banani e ventiquattro Sicomori… (Qualcuno dice pure cinquantacinque alberi del pane, ma credo che esageri)… Poi, a causa della vergogna che provò davanti a quella scena, se ne scappò via e non si fermò sino a quando non trovò un fiume e vi si immerse fino alla punta del naso.
“Peggio del Cane!”, pensò il Signore, “E pure a lui, del Mio Scenario, non gliene importa niente!”… Stanco e deluso, aveva quasi perso tutte le speranze di riuscire a creare la creatura giusta, quando ecco che, aggiungi un cromosoma, levane due, moltiplicali per otto, dividili per tre, piglia a me, butta a te… finalmente ci riuscì. Lo capì subito di avercela fatta, perché l’Uomo, appena vide lo Scenario, si inginocchiò ammaliato e, sgranando gli occhi, esclamò: “Che meraviglia!”
“Ti piace veramente?” Gli chiese il Signore, contento…
“Oh, è un incanto!” Esclamò l’Uomo
“Allora te lo affido!”
“Tutto quanto!?” Chiese, incredulo, l’Uomo…
“E che te ne affido, mezzo?” Sbottò il Signore. Poi, in modo più pacato “Un regalo, è un regalo. O si fa, o non si fa! Comunque, ricordati sempre che è un dono d’Amore e apprezzalo come merita!” Dopodiché, sedutosi su una nuvoletta rosa, si allontanò soddisfatto.
L’Uomo, rimasto solo, apprezzò veramente molto lo Scenario che lo circondava; purtroppo, però, apprezza oggi, apprezza domani, dopo un po cominciò ad annoiarsi, fino a cadere in un profondo stato di prostrazione.
“Che cos’hai?”, Gli chiese il Signore ripassando da quelle parti dopo qualche tempo, “Non sei più contento… di tutto quello che ti ho dato?”
“Scherzi, mio Signore?, rispose l’uomo, “Ti sono infinitamente grato per tutto ciò, è tutto così stupendo, il fatto, però, è che stò sempre solo e …”
“E allora?”
“Vorrei qualcuno che mi tenesse compagnia… e in più… fare qualcosa che mi aiutasse a trascorrere meglio le mie giornate così lunghe e vuote… ”
“Effettivamente, non ha tutti i torti”… pensò tra sé il Signore, “le giornate sono lunghe… e quando si sta troppo tempo da soli, senza sapere che fare, si rischia di annoiarsi… se non addirittura deprimersi…” E, grattandosi il mento: “Che faccio, gli accorcio le giornate o gli creo qualcuno che gli tenga compagnia?… Gli creo la compagnia… sì sì, è meglio… Accorciare le giornate è molto più faticoso, comporta un sacco di calcoli che ora non mi va proprio di fare”. Poi, all’Uomo, in modo ammiccante: “Ti andrebbe bene una bella donna?…”
“A me va bene tutto quello che mi viene da te, mio Signore.” esclamò l’Uomo… “Se poi questa bella donna che ancora non ho capito cos’è, fosse pure dottore come me, mi andrebbe anche di più…”
“Perché, tu sei un dottore?…” chiese il Signore, sorpreso…
“Come… non te ne sei accorto!?…Mi hai fatto tu così!”
“Io!?”
“Sì!”
“Dottore in che?”
“In medicina!”
E, tra sé, grattandosi la testa: “Mi sarò distratto, la stanchezza, a volte, gioca brutti scherzi!” Poi, a lui, “E va bè!” E creò la Donna… e… per andare incontro ai desideri dell’Uomo, la creò dottoressa. “Ti Va bene così, che dici… è abbastanza dottoressa, secondo te?”
“Ah, questo lo vedremo dopo, al momento del consulto…”
“Quale consulto?”
“Quello che faremo io e la collega dopo aver visitato il malato…”
“Ma perché, avete un malato?!”
“No, quando mai?… Se tenevamo un malato stavamo ancora qui a chiacchierare? … Ce lo devi fare tu!…”
“Io?!”
“Sì!”
“E, no, èh! E, no, èh… il malato no! E mò cominci ad allargarti un po troppo! Io volevo mettere al mondo una Creatura, una sola Creatura!… che condividesse con me la gioia della Creazione… Ed ero proprio convinto, dopo tutte quelle prove imbarazzanti, qualcuna delle quali mi ha fatto pure girare i paternicoli, che con te ci fossi finalmente riuscito… E invece, sto notando che un po alla volta, quella che all’inizio ti era apparsa come una cosa meravigliosa già non ti interessa più…”
Raffaele Cecere