Il mistero dei dieci euro scomparsi

Il  Barabosso piangeva, piangeva.  Grossi lacrimoni scivolavano lungo le sue guanciotte pelose e gli bagnavano tutta la giacchetta, mentre, seduto all’ombra di una grande quercia non riusciva a smettere di piangere.  Il bosco era silenzioso, stavano calando le prime ombre della sera quando un allegro fischiettio venne a rompere la pace di quei luoghi.

Qualcuno si avvicinava  lungo il sentiero  ed il Barabosso  conosceva bene quel fischio: era sicuramente il suo amico Trippiscio, spirito allegro e birichino che, con fischi e canti esprimeva  la sua gioia di vivere.

Il Barabosso non voleva farsi vedere piangere e cercò di asciugarsi le lacrime col dorso della mano alzandosi contemporaneamente in piedi. “Ohilà!” – esclamò il Trippiscio arrivando nella radura e vedendo il suo amico, e poi aggiunse, subito preoccupato: “ Stai piangendo? Cosa ti è successo?”  “Nulla, nulla”- provò a negare il Barabosso  ma l’amico lo conosceva bene, sapeva che era un tipo molto sensibile e sempre pronto ad addolorarsi anche per delle sciocchezze.

Da quando si conoscevano, lui si era assunto il compito di consolarlo e di aiutarlo in ogni circostanza avvalendosi anche della collaborazione  della Pipitotta, comune amica che con la sua intelligenza e la sua saggezza aveva, più di una volta,  risolto le situazioni più intricate.

“Non si piange per nulla” – insistette il Trippiscio – “ Su, cosa è successo questa volta? “Niente, niente” – provò ancora a negare il Barabosso , ma poi, vedendo dall’espressione dell’amico che  non era per niente convincente, – “E va bene” – si arrese ricominciando a piagnucolare – “ Se proprio vuoi saperlo ho perso i soldi che mi aveva dato la Mamma per comperare il latte che le serviva per fare una torta.”  – e così dicendo si risedette sconsolato all’ombra della quercia. Il Trippiscio gli si sedette affianco: “Erano molti soldi? Hai provato a cercarli?”   “ La Mamma mi aveva dato dieci euro e le dovevo portare il resto. Certo che ho provato a cercarli   ma non li ho trovati! – ed il Barabosso ricominciò a piangere. “ Senti,” – disse il Trippiscio – “  piangere non serve a nulla! Andiamo dalla Pipitotta, vedrai che lei saprà sicuramente cosa fare.”

Detto fatto i due amici si incamminarono verso la casa della Pipitotta e furono così fortunati da incontrarla sul sentiero. “Ehi, ragazzi dove andate? – li salutò la Pipitotta e poi, vedendo le loro facce, continuò – Ma cosa vi è successo? Avete due facce da funerale!”  Il Trippiscio spiegò l’accaduto mentre il Barabosso tirava su col naso. “Animo, animo,- esclamò la Pipitotta- vediamo di cominciare dal principio. Quando la Mamma ti ha dato i dieci euro tu cosa hai fatto?”  “Me li sono messi in tasca- rispose il Barabosso facendo il gesto di introdurre i soldi nella tasca della giacchetta- “ Ma quando li ho cercati non li ho trovati più! – e fece una faccia come se stesse per ricominciare a piangere. “ Fermo là- lo bloccò la Pipitotta – Per carità non metterti a piangere!  Cerchiamo di ragionare. Dunque, la Mamma ti da i soldi, tu te li metti in tasca e poi cosa fai?”  Esco di casa e mi avvio verso la latteria. – rispose il Barabosso leggermente spazientito. “Bene – disse la Pipitotta che era un’appassionata di libri gialli e si divertiva a giocare all’investigatore – ricostruiamo i fatti. Adesso andiamo a casa tua e tu rifai esattamente tutto quello che hai fatto da quando hai messo i soldi in tasca a quando hai scoperto di non averli più.”

I tre amici andarono verso la casa del Barabosso, e si misero a ripercorrere il sentiero che l’amico aveva seguito andando da casa sua alla latteria. “Ecco, – disse il Barabosso – sono passato di qui, ho svoltato qui, ho attraversato a guado questo ruscelletto….. “   “ Un momento – disse la Pipitotta – Come hai fatto a guadare il ruscello?    “ Come faccio sempre,- rispose il Barabosso – saltando da una pietra all’altra. “  “ E per saltare? – insistette la Pipitotta “ Mi sono levata la giacchetta per essere più libero….. Aspetta! – esclamò il Barabosso – Ora che ci penso, l’ho anche lanciata al di là del ruscello come faccio sempre…”  “Ecco, – disse la Pipitotta con aria trionfante – andiamo a veder sulla riva!”  Si misero a cercare con attenzione e dopo qualche minuto il Trippiscio li chiamò: “Trovati, trovati!”

I dieci euro erano sulla sponda del ruscello!  “Per fortuna non è passato nessuno“ commentò la Pipitotta mentre il Barabosso , tutto contento, abbracciava e ringraziava gli amici che lo avevano ancora una volta aiutato.

 

Anna Maria de Majo

Il mistero dei dieci euro scomparsi ultima modifica: 2012-07-19T09:03:32+02:00 da Inviati dai lettori

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