At-tenti!
Dest-riga!
Caricare!
Puntare!
Fuoco!
Silenzio.
Un silenzio ribelle conquistava il plotone dello Stato.
Il Comandante inorridito per il silenzio, per l’atto
d’insubordinazione urlava
Maledetti codardi, palle di lardo, ho detto Fuoco, e quando dico Fuoco
dovete sparare capito?
Fuoco!
Silenzio.
Disobbedisco signore.
Una voce ferma e secca tuonava nel silenzio surreale della campagna
della civiltà disumana.
Il comandante rosso di rabbia, nero per il suo furor autoritario
urlava…
Chi ha osato dire disobbedisco signore? Chi ha osato?
Ho detto fuoco!
Disobbedisco signore.
Fuoco!
Disobbedisco signore.
Non più uno, non più due, ma l’intero plotone uniformava il proprio
dissenso nella condivisione dell’uniforme che rivestiva la loro falsa
etica di obbedienza.
Voi, maledetti, finirete tutti in punizione, finirete tutti in galera,
voi tutti !
Signore non esistono tante galere, campi e celle per richiudere il
nostro plotone.
Signore lei è uno solo, lei sarà anche l’autorità dello Stato, ma
noi siamo un plotone Signore e noi disobbediamo Signore.
Disobbedisco signore.
Fuoco.
Pum.
Il colpo secco fermo e deciso ha obbedito all’ordine.
Ha abbattuto l’ordine.
L’ordine ha ucciso l’ordine.
Disobbedisco Signore.
Passi pesanti come le pietre del castelliere carsico
marciavano verso una strada che ha inizio
ma non ha fine.
Un cartello in legno recava inciso nel suo corpo nudo,
via della rivolta.
Vento.
Vento del Nord, baciato dall’Austro vento del Sud
abbracciato dalla bora dell’Est, seguiva l’eco del Maestrale vento
dell’Ovest.
Marciano verso l’Ovest.
Marciano verso il Maestrale cuore dell’Occidente.
Dente dolente
nella bocca della falsità
ora taciuta dalla verità
dell’eco della ribellione,
per l’immortale umana
condivisione.
Disobbedisco Signore.
Marco Barone
http://baronemarco.blogspot.com/