Per anni aveva fermamente creduto che la sua vita di coppia fosse come molte altre, con problemi diversi, con alti e bassi che ognuno supera a modo proprio e che prima o poi si risolvono. Per troppo tempo si era illusa che suo marito si sarebbe ripreso o avrebbe preso coscienza della difficile situazione in cui stavano scivolando e trascinando il loro unico figlio.
A volte, dopo una giornata di lavoro, sostava nella sua auto in un parcheggio e sfogava il suo dolore in un pianto liberatorio prima di trovare il coraggio di rientrare a casa. La desolazione di quei momenti era scoraggiante, il senso di impotenza devastante e nonostante ciò Ale trovava la forza di asciugarsi le lacrime per il suo bimbo che la guardava sorridendole. Forse penso’ anche di farla finita ma come avrebbe trovato il coraggio di abbandonare quella vita che aveva creato e dipendeva da lei?.
Nonostante alcuni amici stretti si chiedessero cosa le stesse succedendo, aveva evitato di metterli al corrente dei suoi problemi, per pudore e per orgoglio, e d’altro canto come avrebbe potuto coinvolgerli se gli stessi parenti si erano diradati fingendo di non capire.?
Incomprensioni e discussioni violente fra lei e Sandy erano sfociati in litigi che avevano richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, senza alcun esito perché di fatto era stata accusata di interferire con la privacy del marito e gli stessi agenti avevano ammesso di avere le mani legate fino a che non ci fosse un mandato o una seria emergenza. Senza il sostegno di parenti, di colleghi, né delle istituzioni, non si senti’ mai tutelata ma vittima con suo figlio di un sistema impotente, incapace di dare risposte a lei e di proteggere lui. Giorno dopo giorno Ale, che oramai contava solo sulle sue risorse, viveva nell’angoscia di non poter affrontare l’imprevisto… impaurita, come non lo era stata mai, concentrata a proteggere suo figlio e a non farsi male.
La tragedia che segnerà il suo destino e la vita di suo figlio per sempre non la colse troppo di sorpresa.
Sandy, legato a suo figlio fino all’ultimo, in quel grigio pomeriggio di novembre… moriva ancora giovane, dopo un vissuto breve ma turbolento, lasciandosi alle spalle una situazione irrisolta: una moglie alla quale aveva dichiarato amore fino all’ultimo respiro e un figlio che aveva desiderato con tutto se stesso, soli e inconsapevoli del loro avvenire.
Ale aveva chiamato Tony e ottenne un appuntamento facendo leva sul fatto che suo marito era stato co-socio di un imprenditore, amico comune della “Tony & Bros”. Pensava che Il costruttore della sua casa potesse aiutarla a trovare un escamotage onde evitare la perdita della proprietà.
L’imprenditore la ricevette nella suite di uno dei suoi hotel e la condusse nell’unico ascensore che portava all’attico del quarantacinquesimo dove le si presento’ la veduta mozzafiato della città sul lago Ontario. La vetrata circolare si apriva su un immenso terrazzo-giardino arricchito da una varietà di piante e cespugli in fiore.
Tony, in piedi vicino al tavolo apparecchiato le fece cenno di sedersi, mentre stappava una bottiglia di Ice Wine. Era un bell’uomo sulla cinquantina e Ale fu stupita di cogliere in lui quella somiglianza con Sean Connery di cui le avevano tanto parlato le amiche.
Per metterla a suo agio Tony aveva iniziato a raccontarle della produzione di vini pregiati dell’Erie County, in prossimità delle cascate di Niagara, dove possedeva un’azienda di molti ettari di vigneti. Si dilungava appassionandosi sui dettagli dell’origine di quel vino molto delicato e della maturazione dei suoi grappoli, sotto il ghiaccio, durante l’inverno rigido canadese: da cui prende il nome! Era pacato, sembrava tranquillo ma forse più impacciato di lei, che fingeva sicurezza e calma.
Alto, elegante, barba incolta, capelli brizzolati la stava analizzando, guardandola da sotto gli occhiali che aveva appena appoggiato al naso, per leggere l’annata sull’etichetta della bottiglia. Indossava un vestito firmato blu gessato, una camicia in tinta e la cravatta in fantasia di seta. Era facile subire il fascino di una personalità considerata un’autorità negli affari e nell’economia del paese, che ora con charme e umiltà si prodigava a condividere parte della sua conoscenza e passione con lei – penso’ Ale-.!
La incuriosiva parlando di posti bellissimi e tropicali dai quali aveva importato rare specie di uccelli e piante che ora riscaldavano l’atmosfera dei suoi uffici, che riteneva essere posti di vita, dove il lavoro doveva essere allietato da visioni rilassanti e colorate…per stimolare non reprimere le menti. Una filosofia ammaliante, con la quale intendeva trasmettere ai suoi dipendenti la sua passione e dedizione al lavoro, dal quale aveva ricevuto onore e successo perché sempre presente e seriamente coinvolto. Non altezzoso e convinto della potenzialità e capacita’ di chiunque a raggiungere la propria meta con successo, non ero parco di esempi e consigli.
Nonostante i preliminari verbali, il suo fascino e la buona impressione che aveva esercitato su Ale, non era riuscito a riscaldare l’atmosfera come forse aveva sperato, mentre lei impaziente attendeva il momento opportuno per arrivare al nocciolo della questione.
Quando finalmente gli espose la ragione dell’incontro, Tony molto sicuro di sé, sintetizzò che la soluzione del problema era nelle sue mani, o meglio dipendeva da come lei si sarebbe lasciata guidare e consigliare durante e dopo la cena!
Non era molto sorpresa, e anche se aveva pensato di trovarsi di fronte ad un mito di colpo fu tentata di urlargli in faccia tutto il suo disprezzo ma si trattenne stampando un sorriso finto sulle labbra. Aveva calcolato che lui avesse le rispose giuste per uscire pulito da una situazione imbarazzante e farle fare la figura di una donna subdola e sprovveduta.
Al termine della cena fra l’altro scipita, Ale prese la giacca appoggiata allo schienale di una sedia e si congedò controllandosi alla meglio, quasi sussurrandogli – “mi dispiace Tony, devo aver frainteso la tua tanto acclamata disponibilità, e l’ardore con il quale partecipi alla vita dei meno fortunati e’ una prova del tuo baldanzoso desiderio di onore e gloria, che quelli come te incoraggiano per gli stessi interessi”-.
Nonostante gli aleggiasse una smorfia idiota sulle labbra, Tony aveva parato il colpo, per nulla imbarazzato, preparato ad evitare ritorsioni, cause per molestie o falso abuso, e da “gentleman” quale voleva apparire non replico’.
Mentre Ale usciva dalla stanza intravide la camera da letto, ordinata e rassettata per chissà quale avvenimento e un senso di nausea la pervase tutta.
E se fosse rimasta… Solo una nottata per risolvere i suoi problemi si sarebbe mai pentita della sua scelta?
Alessandra De Vitt