Non vedo l’ora di farmi fotografare in costa sullo yacht del giovane rampollo di turno, mentre nuove plastiche rotonditá strabordano dal mio bikini succinto e finalmente provare l’ebbrezza di quella posa labbrale all’infuori e lucidata che tanto entusiasma le copertine dei giornali scandalistici.
Forse prima però dovrei imparare a tirarmela un po’, anche se credo sia indispensabile prima capire che cosa, ma soprattutto il perché, ma sono disposta a tirarmi tutto (che si tratti di droga? ma no, gli ambienti di cui parlo sono totalmente puliti da questo punto di vista…) pur di entrare in questa pseudo aristocrazia sprezzante a cui anelo.
Potrei anche trovarmi un fidanzato rigorosamente sborone che, col suo sguardo celato dietro i ray-ban ed il suo sorriso plastico, mi portasse con sé, insieme al macchinone ed al suo abbigliamento rigorosamente firmato, come trofeo vivente della sua altezzositá sessuale. Sarebbe intrigante conoscere tutte quelle persone sincere ed interessanti che si prodigano in grandi sorrisi, pur non conoscendoti e che non ti criticherebbero mai nel momento esatto in cui esci dalla loro visuale.
E potrei intraprendere dei discorsi davvero interessanti e partecipare alla grande gara della notorietà che viene vinta annualmente dalla persona che si fa notare maggiormente nel panorama mondano della “Cagliari che conta”. Per pensare di aggiudicarsi questo ambito premio bisogna soprattutto distinguersi nell’abbigliamento, nella frequentazione di alcuni locali precisi e nella particolare leggerezza d’animo e un assoluto buio per quanto concerne i pensieri e le opinioni, insomma tutte caratteristiche di alto valore spirituale.
Ma io lo so! Non per darmi delle arie, anche se dovrei ora che ci penso, ma in fondo al mio animo sono un’inguaribile fighetta, per cui non avrò difficoltà a penetrare questa città, dribblando quella tendenza alla fricchettoneria che tanto detesto ed evitando di mischiarmi col bestiame miserabile che vorrebbe inglobarmi nel suo mondo di vita reale.