Attanaglia lo stomaco
questa fame
che non chiede cibo
ma ampio respiro
un po’ di pace
tra il vento
che accarezza gli ulivi
e la sensazione
delle tue mani
impegnate a potare
rami troppo cresciuti
mentre altri ricadono
dolcemente
verso il terreno.
No, non sono le chiome
a rubarmi lo sguardo
nè il frutto
ancora immaturo
ché cerco radici
sprofondate nel cuore
abbracciando una vita
sempre più sottile
tra sentori di terra
un tempo straniera
ignota finchè
non mi trapiantasti.
Ed ora ondeggiano
nel silenzio
incredule e stupite
come certi pensieri
di bambina
che gioca tra loro
a innaffiar d’amore
gli occhi di una madre
– rossi dal pianto trattenuto
per non farsi sentire –
consapevole io
di esser cittadina
e non saper come
potare i miei tre ulivi…
4 settembre 2009