Il titolo è Guida manuale di Firenze e de’ suoi contorni, l’editore ha un nome noto, Francesco Pineider, l’anno di edizione è il 1906, il costo 1 lira. All’interno, su carta patinata e colorata, alcune pubblicità di esercenti privati colpiscono per l’uso dei termini come Lung’Arno, ancora apostrofato o per l’indicazione, solo in poche, del numero di telefono composto spesso di sole tre cifre. Segue quindi una prima parte indicata con Piccola guida commerciale dove scopriamo che a Firenze ci sono più alberghi e ristoranti e pensioni e teatri che librerie o caffè o pasticcerie; in questa sezione, in rigoroso ordine alfabetico, appare una voce oggi insolita, Pittori nella quale spicca Fattori prof Giovanni, via Cavour 72, lui, proprio lui, il grande macchiaiolo.
La cioccolata tra storia e leggenda (I più votati di Prosa e Poesia)
Una leggenda azteca narra che una sposa, lasciata a guardia delle ricchezze dello sposo, partito per la guerra, fu uccisa da coloro che volevano conoscere il luogo segreto dei tesori che doveva custodire. Dal suo sangue nacque la pianta del cacao, il cui frutto al proprio interno nasconde un tesoro:
semi amari come le sofferenze, forti come la virtù della giovane sposa, rossastri come il suo sangue.
Fu il dio Quetzalcoàtl a farne dono agli uomini, quello stesso dio che fuggito in esilio volontario promise però di tornare a riprendere il suo regno.
La leggenda ebbe però molto tempo dopo un peso notevole sulla storia azteca; quando infatti nel 1519, esseri straordinari, mezzi uomini e mezzi animali ( gli aztechi non conoscevano i cavalli) sbarcarono sulla costa orientale del regno ricoperti di armature, interpretate come scaglie di serpente scintillanti al sole, e di colorati piumaggi , il re Montezuma credette alla realizzazione della profezia ed accolse quella nave e il suo carico con la convinzione di restituire l’ antico regno a Quetzalcoàtl , con tutti gli onori e con molti doni tra i quali non mancavano i semi di cacao
Ma la nave trasportava un carico di morte e di sangue: Cortes e il suo desiderio di dominio, come per altri conquistatores spagnoli
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Amerigo Vespucci tra i visacci (I più votati di Prosa e Poesia)
Borgo degli Albizi porta il nome e conserva palazzi appartenuti a questa antica famiglia. Tra i tanti uno è conosciuto come “palazzo dei visacci” così soprannominato dal popolo fiorentino.
La lunga storia del palazzo annovera vari proprietari a partire da Rinaldo degli Albizi fino a Giovanni Altoviti; a Baccio Valori, esponente dell’Accademia del Disegno e bibliotecario della Laurenziana si devono, nel tardo Cinquecento, una serie di ampliamenti e rifacimenti con il probabile apporto di Giovanni Caccini cui si attribuiscono le quindici erme di “uomini scienziati”che ornano la facciata e alle quali si deve il nomignolo.
Prefazione – “Il rosso e il nero della comunicazione” (I più votati di Prosa e Poesia)
Prefazione
“Le idee delle cose stanno in colui che le percepisce e l’essere delle cose sta nell’essere percepito”
George Berkeley
Il rosso e il nero della comunicazione è una raccolta di riflessioni sulla circolazione delle informazioni, in termini di distribuzione del sapere pubblicamente condiviso, che avviene attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Riflessioni che si sviluppano intorno a vari temi, dalla natura intrinseca della comunicazione mediata, ai suoi interpreti/attori, alle mutazioni in corso, senza perdere di vista le interconnessioni tra sistema informativo, sistema democratico e sistema di mercato.
Firenze in una Guida Pineider del 1906
Il titolo è Guida manuale di Firenze e de’ suoi contorni, l’editore ha un nome noto, Francesco Pineider, l’anno di edizione è il 1906, il costo 1 lira. All’interno, su carta patinata e colorata, alcune pubblicità di esercenti privati colpiscono per l’uso dei termini come Lung’Arno, ancora apostrofato o per l’indicazione, solo in poche, del numero di telefono composto spesso di sole tre cifre. Segue quindi una prima parte indicata con Piccola guida commerciale dove scopriamo che a Firenze ci sono più alberghi e ristoranti e pensioni e teatri che librerie o caffè o pasticcerie; in questa sezione, in rigoroso ordine alfabetico, appare una voce oggi insolita, Pittori nella quale spicca Fattori prof Giovanni, via Cavour 72, lui, proprio lui, il grande macchiaiolo.