C’era per la seconda volta una bella fanciulla chiamata Biancaneve per il candore della sua pelle e della sua anima. Risvegliata dall’amore a prima vista del Principe, era salita subito sul suo bianco destriero seguendolo fiduciosa senza chiedergli dove. Dopo qualche giorno di viaggio, i due innamorati giunsero ad un grande castello. Le trombe squillarono festose allorquando furono avvistati dalle sentinelle. Una grande festa accolse il ritorno dell’amato Principe. Gli stendardi azzurri e bianchi sventolavano sulle torri e sui davanzali, mentre ovunque sudditi e armigeri e damigelle si facevano incontro alla giovane coppia correndo felici.
Sulla scalinata d’ingresso una maestosa matrona attendeva solenne il loro arrivo. Istintivamente intimidita, Biancaneve seguì un po’ arretrata il suo Principe Azzurro. Lui la presentò subito alla madre senza nascondere il proprio trasporto. La Regina sorrise, tendendole la mano. Ma la fanciulla subito si chiese quanto profonda fosse quella accettazione.
Il matrimonio fu presto celebrato con uno sfarzo pari al rango ma semplice nei costumi, poiché era una grande festa per il regno intero.
Biancaneve e il suo Principe vivevano felici e contenti, e dopo nove mesi nacque una bella bambina, cui fu posto nome Celeste. Fu allora che Biancaneve intuì nella regina madre una sottile ostilità. Per la sua educazione, per il suo bene, le disse, doveva vivere lontano da loro la piccola Celestina. La giovane mamma obiettò, si oppose, ma a nulla valsero discorsi e promesse, pianti e suppliche: il Principe appoggiò la decisione materna ed una brutta mattina Biancaneve trovò la culla vuota. Tanto azzurro, dunque, il Principe non era; la sua debolezza di fronte alla madre lo rendeva inetto ed infantile. Così pensando, Biancaneve fuggì dalla reggia ed a cavallo raggiunse il bosco.
“Ma adesso io che posso fare ? – si chiese – Dove potrò ritrovare la mia Celeste ? Chi potrà aiutarmi ?” E per cercare appoggio si diresse alla casetta nel bosco dove già una volta aveva trovato sicuro rifugio e amici sinceri. I nanetti non erano in casa, così Biancaneve rassettò camere e letti, lavò panni e vestiti, poi stanca del viaggio e delle faccende si stese sui sette lettini e si addormentò.
Savina Sabattini