Archivio per Autore: Luciano Zella

Il circo

Fecondati nel ventre di uno sciacallo
mossi da aliti di noia.

Questo siamo.

Percorsi da brividi di pece
ossessionati dalla trasparenza dei vetri.

Allucinazioni, miasmi di decomposizione
marciti nelle profondità del futile
animali legati che si mordono
embrioni al silicio.

Vaghe dimestichezze ci classificano
libri in una biblioteca morta
tu santifichi
altri sorridono nel buio
monchi acrobati
in un circo ridicolo.

Mio padre mentre dorme (I più votati di Prosa e Poesia)

Mio Padre mentre dorme
Il dolce sorriso dei suoi capelli radi
Mi prende con sé, e tutto scorre dentro
Un treno, un troppo di gioia
Padre mio, figlio mio

Bianco (I più votati di Prosa e Poesia)

La bocca tua apri e d’improvviso
nel buio tuo giunge un umido accento
di caldo me stesso, nel godimento
fiume disegna di bello il tuo viso.

La lingua si mostra, tuona e travolta
muta l’istante con fermo momento
muovendosi poi con forza più alta
preso da fuori quel mutuo consenso
concede piacer del cielo la volta

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Il campo di grano (I più votati di Prosa e Poesia)

Sì forte che forza tace
la mente s’arrende al tempo modesto
Quel giorno che vidi soldati
morti, sconfitti, dai volti accecati
Che alcuna voglia trova più posto

Uno sedea quasi fosse composto
Che tutte le bombe scoppiavano accanto
L’altro giacea col collo traverso
La testa potea non alzar dal basso
Che tutto dal sangue pareva diverso

Già ero lì, nel fosso e fissavo
deserto di morti svolgersi attorno
lontano mi sembra, che anche oggigiorno
uno alla volta mi cadono addosso

Ed io che per ben altre lame
Tagliavo quel campo che giallo più vede
Adesso che ecco, quel che rimane
Nel mentre che il rombo si prende chi siede
E il grano sparpaglia l’essenza del pane

Mio padre mentre dorme

Mio Padre mentre dorme
Il dolce sorriso dei suoi capelli radi
Mi prende con sé, e tutto scorre dentro
Un treno, un troppo di gioia
Padre mio, figlio mio