Ambaradan
di suoni, di colori
e di emozioni,
prima confuse
e poi anche esaurite,
confluite in un vulcano
di esplosioni
che sfociano
nel mare,
in quel di Trieste,
nel mese di ottobre,
sotto le undici lune.
Ambaradan
di suoni, di colori
e di emozioni,
per ridare
gioia e sapore,
concentrati
in un unico colore
che come l’oro splende,
perchè di oro
riluce e risplende.
Ambaradan
di suoni, di colori
e di emozioni,
capaci di dare
un nuovo risalto
all’udito,
che come un abito nuovo,
ora si è rivestito
con preziosi drappi e orpelli
e con l’aggiunta di Cuffie,
ornate e decorate
come filigrana,
da un milione di mani e di voci
che insieme vi hanno
dipinto e intagliato
i colori gialli
dell’Oro.
Nel mondo della cultura contemporanea, un mondo di frammentizzazioni e di specializzazioni strette, Rosetta Savelli è certamente una felice eccezione. Lei aspira, attraverso i suoi scritti, a totalità e integralità, sia in prosa che in versi, o semplicemente nel giornalismo. La aiuta molto bene la sua vocazione creativa e ugualmente il suo orizzonte interculturale è chiaro e generoso.
Tra i suoi scritti “splende e risplende”, certamente, come una professione di fede umanista, il poema di valore e di successo L’Italico stivale (tradotto anche in romeno e pubblicato un anno fa nella rivista “Orizzonte letterario contemporaneo”). Un elogio poetico dedicato alla “Italia eterna”, per usare una espressione preferita da Mircea Eliade, lo scienziato americano-rumeno nella storia delle religioni. Ma l’inspirazione di Rosetta Savelli funziona non solo in diacronia, ma anche in sincronia, e va bene così. Come dimostra la nostra storia culturale europea (e non solo), la creazione poetica è egualmente il frutto di archetipi e di eventi temporali.
Amabaradan di riflessi gialli d’oro è un buon esempio di questa poetica alternativa. Ecco che nel Paese di Guglielmo Marconi qualcuno ha pensato di dedicare un’ode e un inno alla radiofonia, questa presenza amichevole nello spazio della nostra vita quotidiana. Un approccio legittimo e anche necessario, come mezzo di un’arte poetica di nostri giorni. Il discorso poetico è libero ed emozionale, i versi di lunghezza variabile, dopo un principio di prosodia moderna teorizzato dalla scuola estetica francese, sono costituiti con enumerazioni rilevanti ed esprimono fedelmente i sentimenti, lasciando un’impressione di spontaneità, naturalezza e sincerità: “Ambaradan / di suoni, di colori / e di emozioni, / per ridare / gioia e sapore (…)”. Nella struttura e anche nella logica del discorso poetico, la parola emblematica Ambaradan e i termini associati “suoni”, “colori”, “emozioni” sono presenti in tre posizioni distinte, che dividono il testo in tre sequenze e assicurano la simmetria composizionale. I mezzi sono in accordo con il messaggio ed il lettore può sentire davvero il polso della vita nuova nello spazio della millenaria creazione poetica.
Certamente, Rosetta Savelli ha una personalità poliedrica e la musa Erato è sua buona amica.
Daniel Dragomirescu, Bucareste, 10 X 2012
Pubblicato A PAG. 196 e 197 in: “Orizuntari Interculturale”