Oste,
nella vetusta penombra
dell’osteria,
consumi le tue notti:
avanti un altro!
Volendo l’oblio
degli assenti pensieri,
un uomo intabarrato
con viso rubicondo,
sigaro fra i denti,
bicchiere in mano tremante,
grida alcol!
Tu compiacente
mesci.
Esso, tracanna tutto d’un botto,
esce gesticolando,
cerca l’invisibile meta,
su gambe molli
s’accascia.
Oste, non dire più:
avanti un altro!
All’osteria, avanti un altro!
ultima modifica: 2013-05-27T09:16:51+02:00
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