Ci sono città che crescono, città che muoiono, città che sopravvivono, ma anche città che come me si spostano, camminano, vanno come avessero una meta; in questo loro andare incontrano quelle che stanno ferme. A volte si abbracciano, quasi sorelle ritrovate, altre si guardano in cagnesco come se l’una rubasse lo spazio all’altra.
Quando arrivai o per meglio dire, credevo di essere arrivato a Vaiuz, mi sembrò come tutte le altre. Poi, trascorrendoci dentro, le sue strade suonarono per me e riconobbi subito quella musica: era il suono di una fisarmonica appena allargata nel suo poderoso mantice.
Lì per lì non ci feci molto caso.
I cittadini di Vaiuz erano sempre allegri; oggi qui, domani là, mi dicevano, è divertente. Cosa c’è di tanto divertente, chiesi poi un po’ stizzito. Ero arrivato stanco, anche le mie gambe hanno bisogno di riposo, e invece nulla, tutto si muoveva con un movimento a fisarmonica. La musica annunciava lo spostamento e il modo in cui la città si trasferiva: prima diventava tutto stretto stretto e poi si allargava a dismisura. Ogni cosa perdeva le proprie proporzioni e anche io mi trovai prima secco secco e poi ovaloide. Forse ero stanco, ma non mi fece piacere essere strapazzato così solo perché quella città, o è meglio dire quella cittadinanza, aveva preferito scendere a valle più che restare a mezza costa. Il bello è che non ruzzolava mai nulla erano davvero stati ingegnosi, tutto si muoveva all’unisono.
-Ma dove andate? Chiesi alla fine con aria burbera.
Ebbi per tutta risposta una domanda: -Ma tu da dove vieni? Ci spostiamo per trovare una migliore posizione, per guardare lo stesso paesaggio da un’altra prospettiva, per vedere meglio il tramonto, per stare meglio, per incontrare nuove genti e conoscerle più da vicino; non ti sembra sufficiente?
Avrebbe dovuto essere sufficiente anche per me che provavo le stesse spinte ad andare. Ciò non toglie che fossi stizzito perché dal mio punto di vista era giusto che quella spinta l’avessi avuta io e io soltanto.
Per la prima volta avevo afferrato un altro modo di guardare, dall’altra parte e non solo dalla mia.
D’ora in poi quando guardi non guardare mai in una sola direzione, mi sono detto, i punti di vista sono importanti e guardare da un’altra prospettiva fa vedere cose nuove. Non so se ci sono sempre riuscito, però da quel giorno ci ho provato.
Ci sono città amorose come Vaiuz che abbraccia tutte le altre che incontra; ci sono città che invece aggrediscono e vogliono imporre a tutte il proprio punto di vista.
Storie di città
Le città hanno forma e colore ma anche sapore e odore, le senti oltre a vederle non solo col naso e con gli occhi: certe fanno paura e vorresti fuggirvi lontano, in altre resteresti per sempre. Alcune sono generose, amicone; altre scontrose ed egoiste, assomigliano agli umani con i loro difetti e i loro pregi. Non sono tutte così, alcune sanno di poco come le minestre scipite, ma quelle di cui vi racconterò sono davvero speciali e uniche.
Io sono un “viaggiastorie” mi piace viaggiare, vedere e raccontare.