Quando arrivi ti sembra come tutte le altre, ma se t’inoltri dopo la periferia ti accorgi che è davvero particolare.
È una città trappola.
Giri, giri, ma non riesci a trovare la via d’uscita, soprattutto se, come capita in tutte le città, entrato da nord cerchi la periferia sud per uscire.
Culdesac ha una sola periferia, quella nord; se vuoi uscire devi tornare indietro, percorrerla tutta a ritroso e finalmente salutarla per non rivederla più.
Non ho mai guardato come ho guardato a Culdesac; ero così preso a scolpire nello sguardo il percorso fatto che non ho cercato altro. L’unico mio desiderio era trovare la strada per tornare indietro.
Ho incontrato disperati che vi si erano persi da anni, altri che ormai rassegnati non cercavano più. Pochi, davvero pochi nutrivano ancora la speranza. Anche perché a Culdesac se non torni alla luce e ti inoltri invece verso la periferia sud, che non c’è, scopri che non c’è nemmeno il cielo, non ci sono le stelle, manca la luna, il sole non scalda, tutto filtra come attraverso una trama fitta di sacco.
Non si sa se questo fosse il nome originario della città, ma si sa per certo che gli scampati al pericolo furono i primi a usarlo; era volutamente dispregiativo, volevano che restasse impresso a tutti e che si tenessero lontani, invece i visitatori pare fossero addirittura aumentati. Ammetto che anch’io sono stato spinto dalla curiosità e dalla convinzione che io me la sarei cavata…
Ancor oggi quando si usa l’espressione “culdesac” dopo si ride e mi sono spesso chiesto: perché ci si sente liberati da una maledizione e alleggeriti per lo scampato pericolo?
Storie di città
Io sono un “viaggiastorie” mi piace viaggiare, vedere e raccontare.
Le città hanno forma e colore ma anche sapore e odore, le senti oltre a vederle non solo col naso e con gli occhi: certe fanno paura e vorresti fuggirvi lontano, in altre resteresti per sempre. Alcune sono generose, amicone; altre scontrose ed egoiste, assomigliano agli umani con i loro difetti e i loro pregi. Non sono tutte così, alcune sanno di poco come le minestre scipite, ma quelle di cui vi racconterò sono davvero speciali e uniche.