La successiva Conferenza si è tenuta sul tema “Il Sacro Cuore a Rosolini” ed il Relatore è stato il Dott. Rosario Puglisi, il quale essendo nato e cresciuto a Rosolini è stato ben lieto di partecipare in prima persona ai Festeggiamenti per il 300° Anniversario.
Infatti ha aperto la Conferenza, ricordando i suoi primi anni della fanciullezza e della gioventù, trascorsi a Rosolini, quando ancora si giocava in mezzo alla strada con tutti gli amici, alcuni dei quali oggi non ci sono più, ma nella sua memoria sono ancora tutti presenti, sia con i loro nomi che con i loro volti.
Dopo di che il Dott. Puglisi ha narrato la storia del Monastero della Visitazione di Rosolini, noto più comunemente con il nome e la definizione di Santuario del Sacro Cuore. La sua Fondatrice Carmela Aprile è divenuta la Madre di tutti i Rosolini ed il suo nome è divenuto inscindibile da ciò che è che rappresenta l’ Identità dei Rosolinesi.
Carmela Aprile , nata il 25 aprile 1878 a Rosolini, in una povera famiglia, rimase orfana da piccola e oltre alla sofferenza, patì ulteriori privazioni e stenti. A soli 18 anni si sposò, ma rimase ben presto
vedova e fu così che a 22 anni scelse di ricevere il Sacramento della Confermazione.
Memorabile e prezioso rimane nella memoria storica e collettiva dei Rosolinesi, il suo gesto di profonda e sincera devozione che la portò nel 1907 ad acquistare per 3 lire, l’ attuale immagine del Sacro Cuore. L’ immagine con la sua profonda dolcezza è divenuta il simbolo di una Religiosità autenticamente radicata nel profondo del cuore. Nella modestissima casa di Carmela ebbe inizio l’ intensa devozione per il culto del Sacro Cuore. La casa di Carmela in via Toselli, oggi via sacro Cuore, è divenuta attraverso gli anni, meta di devoti, bisognosi ed anche malfattori in cerca di perdono, nonché di fedeli riconoscenti e grati per le grazie ricevute.
A Rosolini ci fu un periodo di lunga siccità ed in quel periodo Madre Carmela, fece attingere l’ acqua dalla sua cisterna a tutte le donne del vicinato e poi quando la cisterna si svuotò, Madre Carmela calò con il secchio, un’ immaginetta del Sacro Cuore , dopo di che la cisterna tornò immediatamente e miracolosamente a riempirsi d’ acqua.
Quella cisterna è divenuta poi la cripta nella quale Madre Carmela riposa dall’ agosto del 1968.
Durante la Conferenza il Dottor Puglisi ha narrato le vicende e le vite di molti altri personaggi e di molti altri religiosi che hanno trascorso le loro vite lungo e dentro le strade della Città di Rosolini, lasciando ciascuno a modo proprio, tracce indelebili nelle storie e nelle memorie che hanno fatto e che fanno parte dell’ Identità dei Rosolinesi.
Perchè la memoria è vita ed è soprattutto continuità di vita.
Fra i numerosi personaggi che si sono fatti ricordare, ci sono i nomi di : suor Colomba, suor Serafina, suor Elena, Suor Emmanuela Panelli, oltre a quelli di : Mons. Ettore Baranzini, Vescovo della diocesi di Siracusa, Mons. Giuseppe Vizzini, Mons. Angelo Calabretta, Mons. Salvatore Nicolosi, Vescovi della diocesi di Noto, Mons. Corrado Mingo,vescovo della diocesi di Trapani, Don Carlo Sigona, Don Liborio Ardilio, Don Giuseppe Saletti, di tante suore, Sindaco dr. Giovanni Cartia, Dott. Luigi Terminello, on. Volpe ed altri ancora.
I Rosolinesi hanno con il Sacro Cuore un rapporto molto profondo ed intimo che è allo stesso tempo sia un rapporto di tipo familiare e confidenziale e sia un rapporto di tipo reverenziale che si coniuga con un rapporto completamente fiduciario. I Rosolinesi affidano totalmente il loro cuore al Sacro Cuore e lo vivono come un punto certo e fondamentale per la loro Identità.
Questa totale devozione diviene visibile e percepibile nel momento della Processione lungo le vie della Città, quando la Cittadinanza si dispone commossa e ligia lungo le due file d’ ali che accompagnano l’ Immagine Sacra per le strade cittadine.
E qui il Sacro Cuore diviene come un faro in mezzo al mare, il faro di un porto sicuro.
Rosolini ritrova in questo faro la propria direzione, la propria certezza d’identità che si scopre e si conferma attraverso la memoria storica, affinchè la coscienza delle proprie radici e della propria appartenenza possa divenire un motivo ancora più forte ed ancora più valido a favore della propria Identità, riconosciuta e vissuta anche nelle diverse parti del mondo, ma che sempre e comunque si ricollega alla Terra di Rosolini , lungo quelle stesse strade percorse dall’ Immagine del Sacro Cuore, quasi fosse un monito, oltre che un conforto, per tenere sveglia ed accorta la memoria.
Un conforto inteso come una certezza della propria Identità.
Un monito inteso come capacità e volontà da parte dell’ intera Collettività Rosolinese a non dimenticare e a non smarrire le caratteristiche che rivelano e che appartengono alla propria Identità.
L’identità locale è primariamente quella delle comunità cittadine, piccole o grandi che siano, che insistono nel contesto urbano e rurale circostante, che posseggono una memoria collettiva, un insieme di ricordi condivisi, ed anche un idioma con tratti fonetici e linguistici caratteristici o almeno con inflessioni particolari nella parlata, come il grido viva “u Corigghjesù”.
Una tale identità locale è forte e fragile nello stesso tempo. E’ forte perché radicata nella storia, frutto di un passato che non è facilmente cancellabile e che è consegnato negli spazi urbani organizzati secondo certe modalità, in una certa viabilità, in una certa continuità di produzione economica, in un determinato sistema di potere locale e perfino in una certa tradizione di strategie familiari.
Ma è anche fragile,perché un’identità collettiva riposa essenzialmente sulla coscienza di un comune passato, su una memoria collettiva che, oggi, appare seriamente in pericolo, dal momento che le modalità, di una volta ,della trasmissione non funzionano più, almeno non con la stessa efficacia di prima.
Rosolini è chiamata, nel nome del Sacro Cuore , a ritrovare e a riappropriarsi ancora di più della sua Identità, attraverso lo sforzo di una propria coscienza storica, di un consapevole ricollegarsi a una storia molto più vera, più radicata e più consistente.
La coscienza di un’identità locale non è qualcosa di conseguito una volta per sempre; è invece, un processo dinamico, è qualcosa di cui si appropria sempre nuovamente, una tradizione che si costruisce nell’atto di trasmetterla, una memoria che sui apprende attraverso il succedersi delle generazioni.
E’, dunque, un processo che sollecita una presa di responsabilità,che richiede un’attenzione speciale a chi di cuore ed intelligenza per la propria comunità locale, a chi ha interesse al suo sviluppo, a chi è preoccupato per il suo futuro.
Ed è esattamente sotto questo profilo e sotto questo contesto che acquistano maggiore importanza tutti gli eventi promossi dall’Associazione Rosolinesi in Siracusa,in occasione del 300° Anniversario di Rosolini, aventi come fine proprio quello di ricordare e di riscoprire la propria memoria storica, come un prezioso patrimonio da custodire con orgoglio, capace di rinsaldare sia il proprio passato che il proprio futuro.
Rosolini ha una eredità culturale veramente straordinaria, assolutamente degna di essere conservata e tramandata.
Proprio mentre cresce il fenomeno della globalizzazione nelle sue varie dimensioni economiche, sociali e culturali e mentre si intensificano i processi di integrazione politica del continente europeo, si riscopre il sentimento di appartenenza alla comunità locale e spesso nel quadro più ampio di una riscoperta dell’identità nazionale.
Il 300° Anniversario rappresenta una apertura verso uno spazio culturale per una riappropriazione di un’identità sulla base dell’appartenenza territoriale.
La fine delle grandi ideologie dell’Otto-Novecento apre o riapre, indubbiamente,lo spazio per una riscoperta della funzione di riferimento del territorio come orizzonte esperienziale comune a generazioni diverse e luogo e contesto di identificazioni.
Sempre all’ interno degli Eventi proposti dall’ Associazione Rosolinesi in Siracusa in occasione dei festeggiamenti del 300° Anniversario di Rosolini, si è tenuta la presentazione del Bando 4° Concorso dei cimeli storici, dal titolo : Un viaggio lungo 300 anni”.
In questi lunghi 300 anni molti Poeti hanno cantato la Bellezza di questa Terra e fra questi anche
Carmine Martinelli con la sua poesia :
SICILIA
Terra d’ eterna e dolce primavera
di mandorle, d’ arancio e di moscato;
il solo sguardo d’una capinera
t’incanta e d’essa già sei innamorato.
Isola bella, perla fra i tre mari:
Mediterraneo, Jonio e Tirreno;
di notte è illuminata dai tre fari
del Passero, Pelòro e Lilibeo.
Sei circondata come una regina
d’intorno hai le vezzose damigelle:
l’Egadi, Eòlie,( Lipari, Salina )
Pantelleria ed altre consorelle.
Le Madonie ti stanno a rimirare
come i Peloritani e i noti Iblei;
sta l’ Etna maestosa a dominare
la Piana sullo Stretto e sugli Erei.
Cara rinacria, terra d’ amatori,
sin dalla Paleontolica sei stata
desiata da guerrieri e da invasori,
infatti quanta gente t’abitata:
Prima gli Elimi e poscia anche i Sicani,
i Siculi, i Fenici e quindi i Greci,
i Bizantini, i Normanni, i Romani
e gli Arabi, Spagnoli ed i Francesi.
Da Selinunte a Trapani a Ragusa
a Taormina, nota per beltà,
da Piazza a Gela a Noto a Siracusa
ovunque c’è splendor di civiltà.
Terra di Magistrati, Artisti e Geni
e dell’ amore schietto e spensierato
sì come Dafni e Cloe, pastori ingenui,
per mezzo di Sofista han consacrato.
Andiamo ad ammirare d’Archimede
il suol natìo, ameno ed ammaliante
e di Bellini, che pure ci diede
la Musica sublime e affascinante.
Non attendiamo il ponte,su, partiamo,
andiamo a Palazzolo, a Monreale,
ad Erice, a Segesta, a Collesano,
a Cefalù, Randazzo e Acireale;
ad Agrigento e poi a Caltanissetta,
Palermo, Enna, Solunto ed a Vizzini,
Messina, Agira ed a Calascibetta,
nonché a Milazzo, a Sciacca ed a Lentini.
Andiamo a Trecastagni, a Bagheria,
ad Ispica, a Pachino, a Militello,
a Corleone, a Tusa, a Licodia,
a Burgio, a Mazzarino ed a Scopello.
Voglio tornare ancora a Rosolini
per ossequiar la buona zia Teresa; (1)
vò rivedere ancora quei fortini (2)
che fecer costruir per la difesa.
Ma brano riveder innanzitutto
quei luoghi di cui sempre ho nostalgia:
Gela, Caltagirone e Regalbuto
e tutt’intera la Sicilia mia !
(1) Si tratta della fu Signora Maria Teresa Cirmena che abitava in via Roma. L’ Autore nativo e residente a Tora, prov. Di Caserta, la ricorda dal bene che le fece durante la sua permanenza a Rosolini, intorno agli anni’40 dove prestava servizio presso la locale Caserma dei Carabinieri. ( Ora, anche, dopo la morte della suddetta, in segno di riconoscenza, scrive ai Suoi eredi e la ricorda sempre.)
(2) Piazzola, comunemente denominata.