E tu,
non parlavi mai delle tue stagioni
o del tuo sonnambulo risveglio;
volevi solo spiegarmi attraverso uno sguardo
il tempo che getta le ombre nel grigiore
e il fetore di tutte le strade,
ma le galere, ricordo,
ci attendevano al porto per salpare mari
senza limiti imposti da spiagge.
Tu,
vivevi il tuo tempo spiegando le vele
e ad ogni inganno cambiavi la rotta;
eppure una volta cadesti dentro la voce
che ti stava cantando un sonetto;
nei tuoi occhi, ricordo,
c’era ancora un sogno di aquilone,
ti mancava un respiro,
e cresceva il fuoco vicino ai forconi.
Oliviero Amandola