Hans Tuzzi “Trittico”
Avete voglia di immergervi in visioni dell’irrealtà o in “associazioni mentali eccentriche”? Bene, allora leggete “Trittico”. Se poi siete lettrici, meglio: l’Autore si rivolge proprio all’eventuale sconosciuta invitandola, galante e premuroso, alla lettura.
Dirò allora che a me lettrice non è “dispiaciuto”, come si augura l’Autore, leggere le digressioni immaginifiche contenute in Aubade, Dinamo Kiev, Bavkalan. Mi sono lasciata coinvolgere nell’ineluttabile lotta per la sopravvivenza in natura che compendia l’inspiegabile insensatezza del vivere e nella complessa storia del dopo-muro raffrontata alla semplice geografia del tifoso di calcio e nella domanda se vale più la musica o le parole per arrivare al significato: elucubrazioni dotte e stravaganti in cui si evidenzia perfettamente come “il pensiero critico, se sufficientemente intelligente e moralmente esplicito, rischia di diventare letteratura”.
No, non mi è spiaciuto, perché ho goduto della bella scrittura, delle immagini che ha evocato, delle sottili e mai evidenti metafore, delle finestre nella mente che è riuscita ad aprire. Ma ho anche goduto dell’elegante edizione, dell’impaginazione di copertina, dell’impertinente quanto sagace titolo della collana: “Piccola Biblioteca di letteratura inutile”, e della rinascita di una casa editrice che, contrariamente a tutte le correnti attuali, fa scelte di nicchia o fuori mercato.
Grazie a Tuzzi, grazie all’iniziativa di Giovanni Nucci e alla anticonvenzionale scelta della ItaloSvevo. Sì, si può sperare ancora.
Hans Tuzzi – “Trittico” – ItaloSvevo 2016 – 10,00 euro
Recensione di Salvina Pizzuoli