Stringi le mani
accarezzi
baci
dai voce a chi
non ce l’ha;
incoraggi il popolo
della strada
il variegato mondo
degli sconfitti;
sei l’arte
dell’incontro
sei il cantore
degli ultimi
sei il cultore
della serenità;
doni un sorriso
che si confonde
con la felicità.
Tra le genti
Pensarti tutte le notti (I più votati di Prosa e Poesia)
Pensarti tutte
le notti.
Solo,
in questa stanza
spoglia.
Mi giro e rigiro nel letto,
convinto d’essere un libro scritto male.
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Non è nebbia, è smog
Sospesa
immobile
nell’aria
la nebbiolina
è smog
che sporca il cielo
d’un grigiore
argentato;
il sole
tuffa dritti
i suoi dardi
per perforare
la coltre
d’indifferenza
che vige
nell’umanità.
Ricordi e dolore
Sento ancora a distanza di decenni l’odore del fieno a Maggio.
Rivedo ancora Gioia e Casali quando dalle rive del Volturno volgevo ad est. L’immagine di un istante rimasta indelebile negli occhi.
L’odore del mosto a Ottobre invadeva le case del piccolo borgo, a Novembre l’acre profume dei camini pervadeva le strade e le narici.
Ricordo ancora il silenzio del bosco e della montagna, rivedo il falco che volteggiava in attesa di una preda e a me parea un gigante che da lassù dominava il mio mondo.
Quante volte salivo sul tetto di casa a scrutare il corso del fiume e le rocche medievali che un tempo dominavano, sparse, la bella valle.
E le montagne intorno che come una corona cingevano a chiudere questi luoghi. E guardavo i colori del tempo i colori delle stagioni che, come un tartan, si imprimevano uguali e meravigliosi nel tempo.
D’estate contavo gli zampilli irrigui, code argentee che nel caldo della valle si moltiplicavano a significar la sete di quella terra.
E nelle notti d’Agosto mille e mille luci brillavano in cielo e in terra, a far gara lucciole e stelle a chi più bella luce donava.
No nulla è cambiato, tutto ciò è ancora lì, son solo io ad essere qui che non è più lì, e la nostalgia mi attanaglia ed un dolore mi pervade….nostalgia.
Alexander Louis Woking
Orizzonti diversi
Caddero le stelle nel mare,
caddero le notti solitarie nel cuore;
tu festosa, tra il falò,
le palme aperte alla volta notturna,
e le piante di cocco,cantavi,
ma senza saperlo,
rinchiudevi nei tuoi occhi,
la mia malinconia più dura,
che di giorno, poi,
mi rivestiva gli occhi
di azzurro smaltato e smeraldo.
Dicevi che il mar di Sulu è bello,
ma l’oceano aperto, lo è ancor di più;
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