Salì gli ultimi gradini, fece ancora pochi passi e arrivò all’uscio dell’appartamento, avrebbe semplicemente dovuto spingere la porta. Prima di farlo, però, lasciò cadere per terra un cosa. Spinse la porta con il piede destro, era dentro. Poggiò la borsa su un comodino, tornò un attimo fuori, prese quella cosa che aveva lasciato cadere senza tanta tenerezza, era una ragazza. Non si mosse nemmeno un istante, era ancora lì. Così, come l’aveva lasciata lui pochi istanti prima. Sembrava morta, aveva paura, era terrorizzata e in quei secondi interminabili che lui impiegò nel lasciarla cadere al suolo, aprire la porta e ritornare indietro, pensò a come sarebbe morta.
La prese in braccio, quasi dolcemente, la portò dentro casa e altrettanto dolcemente la ripose sul divano. Estrasse una chiavetta usb dalla tasca, si avvicinò al mac di lei, sapeva che era sempre acceso, inserì la chiavetta e cercò il file. Lo trovò.
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Ci sono molti modi per morire
L’ultima recita
Ho appeso tutte le lacrime ad asciugare
cancellando ogni parola scritta
Non amo il vanto
nel dir la recita é finita…
…ho finito tutte le parole attendo gli applausi.
Dai che ce la fai
Ogni anno
varchi questo
momento
guardati dentro.
Il dubbio ti solca
la mente
la gente c’è
e non ti sente.
Anche se tanti
amici non hai
ci sei tu
dai che ce la fai.
Ho dato il tuo nome (I più votati di Prosa e Poesia)
Ho dato
il tuo nome
al mio sogno più bello.
Aprii gli occhi:
mi sorridesti,
non era un sogno.
Tu parli
Tu parli,
parli
e non
t’ascolta;
le parole
non bastano
più,
diglielo
con un fiore
anche povero
di campo,
con tal verbo
non avrà
scampo…
capirà
di più.