Archivio mensile: Marzo 2014

Stai visitando gli archivi di Prosa e Poesia.

Un pertugio

L’interesse immediato
dell’ego
inibisce l’altrui
futuro
tranciando dignità.

Economia
sovrappopolazione
disastro ecologico
minacce incombenti
per l’umanità.

V’è un pertugio
cui veder luce
chiamasi comprensione
indi collaborazione
così è.

Catarsi

Non possiamo vedere le tante lune fare capolino
dietro le nubi
e né vedere le mille splendide albe striate nelle nubi del mattino
…. Eppure in un punto che non vedi le stelle sono sempre le stesse
Sono quelle che raccolgono e aggomitolano l’anima
mentre le foglie cambiano colore .

Un angolo personale

Nella città globale
urge e necessita
all’uomo
ritrovare un posto
solo per sé,
lontano dagli offensivi
schiamazzi.

Le grida provenienti
da ogni dove,
si fanno concorrenza
serrata
senza scampo,
confondendo
le menti.

Leggi tutto →

Ambaradan di riflessi gialli d’oro

Ambaradan
di suoni, di colori
e di emozioni,
prima confuse
e poi anche esaurite,
confluite in un vulcano
di esplosioni
che sfociano
nel mare,
in quel di Trieste,
nel mese di ottobre,
sotto le undici lune.

Ambaradan
di suoni, di colori
e di emozioni,
per ridare
gioia e sapore,
concentrati
in un unico colore
che come l’oro splende,
perchè di oro
riluce e risplende.

Leggi tutto →

Metempsicosis – Ciò che si è perso (03)

Il padre di Jack era al suo terzo o quarto bicchiere di whisky, le sigarette non si contavano più, la madre seduta al camino piangeva ininterrottamente. Era arrivato il silenzio dell’incredulità, quando due amanti sentono che lo spazio di manovra è stato tutto percorso e non resta che salutarsi per sempre.
Le distanze incolmabili ci divorano dentro e la nostra speranza legata all’idea iniziale del sogno di un amore ci spreme nelle nostre energie più profonde, alla fine di un amore rimane la salita del ritorno a se stessi, dura e faticosa, per ritrovarsi più maturi o sconsolati di prima.
Il padre di Jack aprì la porta della camera, si diresse verso il lettino, e il neonato si svegliò di sobbalzo. Jack aprì gli occhi e vide suo padre: il risveglio brusco lo terrorizzò ma quando mise a fuoco si stupì di ciò che vide.
Si era sempre fatto l’idea di un padre cattivo e arrogante, sua madre lo aveva distrutto nei racconti, in sé quel mostro aveva rafforzato la propria identità di cattivo e colpevole, una falsa identità genetica tramandata per via orale. In realtà quello che vide destò in lui solo tenerezza e amore.
Il padre di Jack in quel momento era impaurito: il suo viso bianco incorniciato da una barbona nera, lunga e incolta lo faceva sembrare un reduce di Woodstock, un avvocato magro e incapace di sintetizzare i propri conflitti, un ex capellone psichedelico perso nelle strutture normative, un caos irrisolto come la famiglia che incoscientemente aveva provato a costruire.
Leggi tutto →