Come
vorremmo dire
in ogni tempo
in ogni dove:
dulcis in fundu,
il dolce
viene alla fine.
Ahinoi non imperituri,
alla fine
troveremo
l’agognato dolce,
o l’amaro
non digestivo
dell’oggi?
Come
vorremmo dire
in ogni tempo
in ogni dove:
dulcis in fundu,
il dolce
viene alla fine.
Ahinoi non imperituri,
alla fine
troveremo
l’agognato dolce,
o l’amaro
non digestivo
dell’oggi?
Accarezzami
Accarezzami dolcemente
Accarezzami come solo tu sai
Dammi il tuo respiro
fa che sia mio ogni tuo attimo
Ogni istante con te
sollevarsi da terra
toccare il cielo
camminare sulle nuvole
Accarezzami ora
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Il delirio, nella psicopatologia, è una scissione della psiche che porta una persona a vivere una o più realtà. Questo salto nel buco nero fece scorrere nella mente di Jack le tre vite che aveva vissuto: la propria, quella da filo d’erba e Stewart. In fondo la psicosi non era poi così differente nella soggettiva del malato.
Jack aveva sofferto di una forma di bipolarismo e sapeva quale sofferenza provocasse l’incapacità di mantenere costante l’idea di un sé coerente e coeso.
Passava da un ricordo d’infanzia a immagini di vite altrui, a orrori, a gioie infinite. Era fluttuante in un magma quantistico, ogni impulso gestiva i fili impazziti di universi vicini che si scontravano producendo corto circuiti di spazio-tempo. E Jack vi era immerso.
Un barlume di coscienza rimaneva sveglio e coerente; era una flebile sensazione ma sufficiente a creare un pensiero compiuto e capace di cominciare a comprendere gradualmente cosa stesse succedendo o perlomeno se vi fosse una via d’uscita a questo inghippo, a questo coacervo di innesti di vite e universi che celavano chissà quale verità.
Jack cominciò a riflettere con una lucidità assoluta, lo sforzo immane di concentrarsi sul “sé” lo aveva reso immune a tutto quel caos e vide chiaramente cosa era accaduto fino ad allora.
La sua vita terrena era stata una parentesi come le successive. Non vi era ordine di importanza tra l’incidente, l’erba e Stewart: erano processi di consapevolezza di sé, era come una scala dalla quale, a ogni scalino, il panorama diventa sempre più leggibile e interpretabile, dove la visione d’insieme rende un senso sempre più esaustivo ai fini della conoscenza.
Lo stato di coscienza era come un ospite nelle dimensioni in cui era trapassato. Jack cominciò a comprendere che è il presente che conta, perché è lì la coscienza di sé che vede e affronta ciò che si manifesta gradualmente.
La concezione pessimistica
e l’egoismo utilitario,
portano l’individuo
ad esser lupo
non uomo, verso l’uomo.
Homo homini lupus?
A questa cupa filosofia
di tutti contro tutti,
v’è la risposta:
anche una pozzanghera
riflette la luce del sole!
Da domani, si cambierà stile di vita, quante volte, armato di ferrea volontà, ho messo in atto questo pensiero ricorrente e ogni volta non ricordare di esserci già passato, senza grossi successi. Eppure, questa voglia di cambiare, non sentirsi troppo nel giusto, sembra un’oppressione. Senza riuscire a prendere quella cosa che sta proprio lì. Come una farfalla che si posa sulla spalla, non la puoi sentire, ma se giri un attimo la testa, la puoi vedere. Mentre questi pensieri vagano per fatti loro, arriva Tabhoté, sarà forse lei la mia farfalla che devo prendere perché vive per me.