Jack Morton, 34 anni, solo, alcolizzato e perennemente incazzato con il mondo, viveva in una topaia ai piedi di un monte, una specie di casottino in legno, una stufa e tanto sporco.
Non era sempre stata così la sua vita. Aveva avuto soldi, donne e fama ma la bramosia insaziabile dei suoi istinti primordiali e l’assenza di una figura di riferimento (aggravata da un contesto permissivo e privo di ogni regola) lo avevano portato sulla strada dell’autodistruzione.
Da “Metempsicosis”: Fuori di me
Profanità
Amor che guarda oltre la vista,
mi accende in cuore
un fuoco maledetto
che né la logica e ragione
mi conquista
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Esistere al femminile
L’ alba
che con un raggio del mattino
abusa di una finestra
maldestramente chiusa
per coccolare
tratti somatici di un viso
poggiato drasticamente
in un angolo
come oggetto di troppo
dopo un’ amore
mai esisto
Il corpo
nudo
tremante
impaurito di una donna
di un perché di esistere al femminile
Ora lì
raccolto fra la sicurezza delle sue mani
rantola al buio
di una luce naturale
alla ricerca di quei perchè
senza trovare alcuna risposta
ma solo paura inconscia.
Fiore
Fiore vivo e sano
meglio di un essere umano
Pieno di sentimento e sorriso
da illuminare posti, luoghi o il tuo viso
Viene avanti, ma non verso di me
Viene avanti, ma non verso di me
mi lascia un soffio di mani
un profilo
che si cancella
movimento di occhi, passaggio
di sorrisi imprevisti
una normale solitudine
condivisa nel mentre del vivere
ma non sa o non vuole sapere
delle pagine segrete
del mio io povero, io orfano
che si fa trasparente
e si smemora nella sete che non lascia
non allenta la presa.