Di quel tutto e di quel niente
si ricorderà solo la noia
che il cuore e la mente
hanno aspramente sopportato.
Il pensiero della gente
L’amore ucciso
Mi immersi nel mare dei suoi occhi.
Mi inabissai e temetti ma l’abbraccio tiepido dell’acqua cristallina che mi lambiva le spalle mi sospinse sempre più giù, serenamente.
Toccai il fondo, un fondo puro, vellutato, violetto e quello che si infiltrava tra le mie labbra non era sale, era ambrosia delle più soavi. Era strano che non mi facessero male gli occhi; il violetto, anzi, accarezzava lieve le mie pupille.
Il Natale del 2006
Ricordo il 24 dicembre del 2006. Niente è più triste di una vigilia di domenica, pensai. Il mio cane dormiva profondamente, accovacciato vicino a me. Il plaid squamava giù in fondo al divano. E come in una sorte di apparente premonizione, sembravo rimanere in attesa di quello che di lì a poco sarebbe successo.
All’improvviso il cellulare emise lo squillo di un messaggio. Lo avvertii appena, però diedi un sussulto.
“Ti voglio ancora”, lessi sul display del telefonino. “O forse da più tempo, a pensarci bene”, c’era scritto più sotto.
Arrivati a questo punto pensai, potevo considerarmi al sicuro, a prescindere o meno dal resto.
Aiuto!!! Sono ingrassato!!!
Il Barabosso piangeva, piangeva. In camera sua, davanti al grande specchio cercava disperatamente di allacciarsi i pantaloni. Niente da fare! Quel benedetto bottone, nonostante i suoi sforzi non entrava nell’asola. Rosso in viso per lo sforzo, le guanciotte rigate da lacrime cocenti, si voltò a guardare i suoi due amici, il Trippiscio e la Pipitotta che lo osservavano facendo grandi sforzi per non ridere.
La mia immagine
Ho atteso a lungo di potermi escludere dalla pazzia
da quell’assurda sinfonia che detonava dentro me
e che insistente io non ho, nel deprimente scorrere cercando di comprendere
quell’ideale fantasia di un’ assoluta verita’ che lentamente scivola via